L’importanza dei film

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Il quadro: Le charme de la lune , acrilico su tela cm 100 x 100. Vedi la mia nuova pittura in Galleria.


L’importanza dei film…


La libertà con cui cerca la bellezza. Ecco quello che ammiro in un pittore.
Una libertà da qualsiasi forma di costrizione e di convenienza. Non seguire i dettami del grande mercato, non aderire a scuole, non proporsi il rispetto di qualche regola opportuna… lasciare che i suoi gesti emergano da dentro. E apprendere con l’esercizio a trovare il proprio segno seguendo la sua spinta interiore. Fare tutto il percorso che è necessario fare e credere che la sua crescita è affidata all’operosità libera.
Credere che se andrà a fondo in questa faccenda incontrerà l’anima del proprio mondo. Quasi senza intenzione.
E intanto incominciare a cercare la propria di anima. Lasciando cadere tutte le incrostazioni che finora gli hanno impedito di andare a fondo e di accettarsi per quello che è.


Perché c’è un’etica nell’estetica e credo di averla delineata, per quel che mi riguarda.


Però c’è dell’altro in questa faccenda.


Mi rendo conto che questo è una specie di film che si proietta nella mente – o dalla mente è proiettato chissaddove…
Ed è questo film che permette al senso di costituirsi in quel che faccio.
Ed è questo film la Pittura Prima che crea un contesto ad ogni quadro.


Ho trascorso molte ore nel bosco oggi. A ripulire e bonificare. A costruire un ambiente. Meditavo anche quando lavoravo. Facevo in modo di coniugare i gesti del corpo con il respiro e mi tenevo sempre anche in disparte per osservare tutto ciò che succedeva. Fuori e dentro. Quasi senza confini.
Il film era sempre lì.


Lo scenario del bosco curato, ristrutturato, ordinato… e io che ci lavoravo al ritmo giusto… tutto questo era parte di un film. Io lo vedevo. Era il film in cui il bosco era lo scenario e anche la colonna sonora di una vita d’artista. Un artista a contatto con la natura e nello stesso tempo presente nel mondo.


Vedevo gli incontri che avvenivano – che erano avvenuti e che avverranno – in quel bosco, dove ogni pezzetto ha perfino un nome. C’è la Place des Astrologues, la Promenade des Anglais, la Sorbonne, l’Observateur de la Distance, la Place pour la Restauration, les Grands Foyers pour cuisiner, La Grotte de la Méditation, la Table du Symposium…


Se mi domandassero a bruciapelo dov’è il senso di quel che faccio, risponderei : in quel film.


E questo film dell’artista s’inserisce in un altro film, che incorpora la vita da filosofo.
Come in ogni film c’è una storia. Per esempio questa…


Un tempo fui portato a pensare all’Infinito, alla Perfezione, all’Eterno.
Quando il pensiero è attratto da questo tema si vede il mondo concreto come qualcosa di effimero, di imperfetto, limitato. E si è fortemente tentati di interpretarlo come non importante o addirittura nocivo… È il momento in cui l’Eterno uccide il Tempo.


Ma l’Eterno senza Tempo diventa sempre più vuoto e l’Essere perfetto diventa il Nulla. Ed ecco allora che la mente pensante ritorna al Tempo e al Mondo e al Concreto, ricca dell’idea che è nel Tempo che scorre l’Eterno, e tutte le cose diventano nuovamente importanti, anche più importanti, pur restando effimere.


E rivedo i momenti in cui la ricerca del Vero e del Giusto scoprì la difficoltà e la pesantezza del suo impegno. E quando apparve il Bello, a guidare i gesti del cammino.
Quando l’anima si rese conto che se il Vero e il Giusto sono difficili da conoscere e da realizzare, la Bellezza invece si manifesta più facilmente e con grazia nelle cose. Il momento in cui mi decisi a seguire la Bellezza come Guida.


E rivedo il cammino lungo il quale la mente incominciò a riconquistare il corpo e il significato espresso in termini concettuali diventò un senso sentito emotivamente.


Proprio come in un film.
Ed è la cura di questo film che dà senso ai gesti quotidiani che voglio perorare. Proprio come si dice di quello scalpellino dell’apologo che non si limitava a spaccare pietre, ma costruiva una cattedrale…

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