I salti…

Come dirtelo altrimenti? È nato da poco. Lo guardo e non so ancora che dire. È troppo presto. Mi viene in soccorso Eleonora, che commenta così: “Un po’ aliena e un po’ amica. Annusa l’odore del sole sulle braccia abbronzate e aspetta che qualcuno le serva del té freddo da una caraffa gocciolante”.


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Ci sono i salti.


La mia amica Gloria li chiama salti quantici.


Quelle mosse creative che permettono di uscire da un gioco e di inventarne un altro.


Dunque, la domanda è questa: come si esce da un gioco perverso che genera tristezza in tutte le sue mosse? Una situazione che sembra un destino, perché le regole di un gioco consentono una grande varietà di mosse, ma non quelle che permettono di passare ad altro gioco?


È una domanda che mi viene da tante persone. E so di non essere in grado di dare una risposta decisiva.


A me è capitato di uscire di un gioco generatore di tristezza e di entrare in un gioco decisamente più vitale. So di essermici impegnato, di aver lavorato di testa e di aver osato fronteggiare la paura e anche l’ignoto. Ma questo non credo sia sufficiente.


C’è qualcosa che sfugge alla presadella tua volontà. Capita qualcosa. Per fortuna. Che ti mette in moto. Che ti sbalza fuori. Io credo che questo elemento impossibile – che comunque arriva – sia decisivo. La cosa migliore che si può fare in proposito è di crederci e di… pregarlo.


Ho cercato di fare attenzione ai segnali – piccoli segnali all’inizio – che ne annunciano l’arrivo, la presenza. Sono emozioni particolari. Uno le vive come sogni, fantasticherie, improvvise aperture di spiragli…


So che è importante essere desti, svegli, e pronti a seguirle.


Spesso si vive una situazione simile a quando si deve lasciare un vecchio amante senza essere certi che ne arriverà uno nuovo. Ed è questa incertezza che può riportare tutto al vecchio gioco.


Bisogna varcare quella frontiera. Se uno l’ha fatto altre volte, ha qualche ricordo che lo aiuta. Se uno si trova alla prima scelta è decisamente più dura. Forse bisogna toccare il fondo, per gettarsi dalla finestra. O forse basta un amico, un’amica, qualcuno che sappia e che con la testa faccia cenno di sì…


Beh, la gioia di vivere è una gran bella cosa. Bisognerà fare la propria parte. L’audacia presume che ci sia sempre un margine di buio.


Notizie


I quadri destinati alla mostra di Roma sono partiti stamani. Fabrizio, autista di Valter Casini è venuto a caricarli. Tra un po’ si saprà che vento tira e quando. Potete andare a vedere il sito, anzi i siti della Morris, Casini & Partners. Interessanti per originalità e vastità di orizzonti. Bastacliccare qui.


Domattina parto per Bergamo, per fare quel cambio alla Bigoncia che non ho potuto fare domenica scorsa.


Alla sera ho un’invito particolare a Ivrea, in pizzeria, da parte di un gruppo di giovani che stanno progettando qualcosa di creativo e propositivo per il Canavese. Che onore che mi abbiano chiamato. 

Categorie: Eugenio Guarini