All’università della vita

Jana” è un monocromatico di cm 100 x 100. È un ritratto. Un ritratto a distanza. Lei vive a Bratislavia, nella Slovakia. L’ho “incontrata” su Facebook!
Studia italiano. Ha la laurea tra pochi giorni. Dipinge. È di una simpatia irresistibile. Gli ho dedicato questo quadro perché ho sentito immediatamente di volerle bene. Se volessi “liberare” il quadro dal legame con la persona a cui si riferisce e dargli un significato “universale” – come si dice -, lo chiamerei “I cannot stop thinking about you”. Bello, vero?
In bocca al lupo a Jana per la sua tesi!


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All’università della vita.


Non so se sono ancora nella storia degli umani o sono da qualche altra parte. Le ore si arrotolano come onde sulla spiaggia della mia piccola isola e portano eventi come doni, senza la possibilità di tenerne la contabilità. Sbatto piacevolmente di qua e di là, tra sponde inesistenti.


Benché sia così sbadato, mi piace stare tra i miei simili, qua dentro. Dentro la corsa delle cose che viviamo tutti i giorni. Tra le cose che facciamo tutti i giorni. Le cose che facciamo con le mani, mentre la testa sogna.
Non sogno più grandi imprese al di là dell’Oceano: mi bastano queste vicende quotidiane. Ho imparato a vederci dentro i raggi di luce della vita.


L’ho capito che la felicità è un modo di sentire che nasce da dentro, indipendente dagli eventi. E che la fortuna è fatta di eventi benedetti che vengono, là fuori, incontro alle tue aspettative, magari sorprendendoti. Ho capito che felicità e fortuna sono due cose diverse, ma che si chiamano l’una l’altra come le braccia degli amanti.


Mi sono deciso di diventare esperto in gioia di vivere. Piuttosto che conoscitore del dolore. All’università della vita, seguoun corso solo facoltativo. Non l’hanno messo nel piano di studi obbligatorio. Ma è il mio posto.


Ho capito che bisogna rivendicare l’indipendenza dalle cose che capitano per aprire le porte alla gioia in maniera autonoma. Ma ho capito anche che senza eventi felici il cerchio rimane aperto e sfiatato.


Penso a una cosa semplicissima e “spaventosamente” istruttiva: quando tu gli hai detto: “ti voglio bene” e lui ti ho detto: “anch’io”.
Che magia che c’è in questa reciprocità!


Nella vita, in generale, è la stessa cosa.
Niente può comprare questo dono.
Ma solo una chiusura preconcetta può rifiutarlo.


L’amore, per ognuno di noi, è come un bacino idrografico stracolmo di acqua. Aspetta solo una fessura per scaricarsi addosso a qualcuno.


Forse anche la vita ci ama allo stesso modo!


Che stia diventando esperto in fessure?

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