Oltre l’analogia

IL quadro è di 60 x 50 cm. S’intitola “Prospettive simultanee”. Forse allude al tema della newsletter. Anzi, è probabile.


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Oltre l’analogia.


A Lecco, questa mattina, c’ero già alle sette. L’appuntamento con Francesca (e il quadro) era alle nove. Due ore al freddo vento secco del lago, ma ben coperto, attrezzato, tecnologico – come si dice.
E ho camminato attorno.


La località di Pescarenico è veramente caratteristica, non solo Piazza Era, ma più giù, nel centro, con quei meravigliosi caffè nelle piazzette, e il lungo lago, con le passeggiate, i giochi post moderni per bambini, i monumenti, le chiese e le stradine, quasi sempre legate a percorsi natura o salute,  dove c’è sempre qualcuno che corre.


Io pensavo. Avevo il cuore pieno. E il mio pensiero partiva dall’analogia. Dicevo: tout se tient (alla francese) – m’immaginavo Baudelaire, forse: un altro impallinato dell’analogia. Ogni cosa ha da dire qualcosa per ogni altra cosa. Un legame profondo tra le cose. L’analogia dell’essere.


Infatti, questo è un elemento importante nella mia ipotesi di lavoro. Diciamolo in altro modo: nelle invenzioni con cui cerco di dare senso e spessore all’avventura del vivere.


Ma stamani, sul lago, al vento freddo, mentre aspettavo Francesca (e il quadro), m’è venuta in mente anche questa nuova estensione dell’idea:


se l’analogia è l’aspetto cognitivo del rapporto tra le cose, se è vero che c’è un  legame tra le cose che giustifica l’analogia, allora, sul piano del fare, e dell’agire, tra le cose c’è un rapporto di collaborazione!


Mi sembrava una connessione piuttosto luminosa, anche prima che il sole avesse scavalcato Pescate e avesse raggiunto Pescarenico, che è all’ombra del monte.


Insomma, ecco, in soldini: se posso usare l’analogia per conoscere, posso rivolgermi alla collaborazione delle cose per fare!


Wow!


È arrivata Francesca, ha portato il quadro, sono andato a Milano, In Via Vannucci, ho preso gli altri quadri, sono stato bloccato dalla maratona, ho infilato viale Certosa , l’autostrada e sono arrivato a casa. E ancora questo pensiero mi gira festosamente in testa.


Ma cosa ho visto? Cosa è avvenuto?
Non so come dirlo, ma sembra straordinario: passare dall’analogia dell’essere alla collaborazione tra le cose. Tutti siamo connessi in un unico lavoro. Se cerchi collaborazione la trovi, strutturalmente.


Ci penserò più avanti.
Qualche foto di Pescarenico, stamani, qui.

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