Il respiro della vita

Il quadro si chiama “Qualche giorno dopo la nevicata”. È figlio delle passeggiate di sabato e lunedì su per i monti del Parco Nazionale Gran Paradiso. Oltre che del piacere della pennellata.
Guarini Newsletter
www.eugenioguarini.it


Il respiro della vita.


Incoraggerei un fraintendimento imperdonabile se dessi l’impressione di cercare una sorta di fuga dal mondo. Al contrario, potrei affermare che le mie passeggiate solitarie e meditative sui monti hanno lo scopo di caricarmi adeguatamente per affrontare i compiti dell’operosità di pianura in maniera efficace e gioiosa.


Anche se durante le prime ore della camminata sarei pronto  a fermare il tempo e mettere una tenda per restare in eterno lassù, a un certo punto l’inspirazione si rovescia nel suo contrario, e il desiderio di tornare giù per mettermi al lavoro si fa impellente.


Il mutamento degli orientamenti interiori, che pare quasi un mutamento d’umore, avviene con una fisiologia del tutto spontanea e io non vi sovrappongo alcuna ingiunzione della volontà. Mi limito a seguire l’onda. Cavalcarla, per così dire.


Ma da “un determinato mondo” è proprio vero che fuggo con decisione – se posso. È il mondo dello stress, dello strozzamento d’intestino, della consunzione del sorriso, della chiusura asfittica sul calcolo utilitaristico, del cinismo che si spaccia per sapere di vita, della seriosità pesante che comprime il respiro e gonfia le gambe…


Sì, esiste un mondo che nega il diritto alla gioia, alla leggerezza, al gioco, alla speranza. Da quello, via! Anche a costo di parere scortese, eccentrico, marginale, inadeguato.


La mia vocazione più profonda è una vocazione alla gioia. Io sto diventando un esperto della gioia. Aspiro al Nobel per la Gioia. È una gioia francescana, a costo zero – o quasi.


NOTIZIA
Domenica, al Club sportivo Francesco Conti, di corso Como, ho portato i quadri per un’esposizione che andrà fino a Capodanno.
Qualche foto la si può vedere qui.

Categorie: Eugenio Guarini