Effetto Cecilia

Il quadro: In vista del borgo, dal lago, di notte. Che bei colori! Anche questo funziona da “macchina per sognare”.


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Effetto Cecilia


E incontrai questa ragazza, Cecilia, più o meno all’inizio della salita verso il Serrù, dopo i Chiapili di sopra. Io scendevo e loro salivano. Una bella faccia, schietta, con gli occhietti pungenti. La vidi, con le sue due amiche, a scattar foto. E mi offrii per riprenderle tutte e tre. Poi si comincia a parlare. Pochi minuti e siamo a tema. Lei dice:


Però non è chiaro ancora come mai i buoni, quelli che contemplano, fanno poesia e si dedicano alla spiritualità, si rivelino nelle cose della terra piuttosto inetti. Che chiunque può approfittarne, si ritrovano indifesi e mancano del più elementare senso del provvedere ai propri interessi.


Noi facciamo scienze naturali, a Pavia. Siamo qui con i nostri prof per osservare camosci e ieri abbiamo visto due aquile reali. Ma non devi credere che si tratti di contemplazione e basta. Noi vogliamo intervenire a tutelare gli equilibri e a promuovere politiche compatibili e probabilmente abbiamo anche idea di modificare le condizioni di vita nelle città…


insomma, benché sia bello e faccia sognare le ragazze, non ci va di scrivere versi e basta. Di passare tra questi monti e limitarci a dire Ah, oh, e via discorrendo.


Qui c’è una centrale, linee elettriche… gli impianti sono vecchi, c’è molto spreco, bisogna rimettere tutto in piedi, cambiare.


Cecilia è una scossa elettrica.


Io, qualche minuto fa, stavo crogiolandomi nell’esercizio del lasciar andare, del lasciarsi andare e mi scioglievo in brodo di giuggiole che mi sembrava il paradiso e ora, dopo Cecilia, mi sembra una cazzata!


E allora mi dico: Eugenio! Ma non ti sei ripreso abbastanza da diventare di nuovo combattivo. Ma credi che a mettere al mondo le cose basti lisciarsi l’anima con le delizie dello spirito? Bisogna spingere gli usci, allungare le mani, alzare le sottane, e anche sparare a zero – con le parole – a quei figli di puttana che…


Arrivo giù, mi tolgo le ciaspole, entro in macchina e sono frastornato. Mi sembra di essermi trattenuto troppo tra l’uva passa.


Cecilia!

Categorie: Eugenio Guarini