ANCHE UNA QUADRO è UNA STORIA

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Mi piace raccontare storie. In definitiva riesco a raccontare bene solo storie che mi riguardano. Che rientrano nella mia storia.
Ma il gusto che provo nel raccontare storie non è solo estetico. Rifletto sul fatto che ogni vita è una storia. La mia. Ma anche quella di ognuno dei miei interlocutori. E arrivo presto alla conclusione che raccontare la propria storia è un modo per fare della propria vita una storia. Infatti, c’è il rischio di dispersione. Mille cose da fare, tanti eventi che accadono. Molti eventi attesi che non accadono… Tutto questo potrebbe disperdere. L’attenzione e la vita. Immagino che lo potrebbe. Oppure fornirebbe materiale solo ad una storia raccontata da un altro. Ma che tu racconti la tua storia è un’altra faccenda. Vuol dire che hai intenzione di vivere una storia.
Raccontare la tua storia presuppone che tu voglia esserne il protagonista. Che tu voglia una vita a modo tuo. Che tu sappia trovare o inventare un filo conduttore che attraversa tutte quelle molte giornate, tutti quegli innumerevoli eventi, che ti senti dietro le spalle. E anche che, nei momenti di stallo, tu non pensi che sei niente, ma che, anche quando non lo sai, delle cose accadono che ti riguardano.

Una volta le storie si potevano raccontare solo alla fine. La fine, l’ultimo capitolo, è in realtà il momento in cui si può vedere il filo rosso che ha collegato gli eventi.
Ma esistevano anche i Diari di Viaggio. Ed erano storie. Nel Diario di Viaggio si parte sempre dalla fine, ma dalla fine che ancora non è avvenuta. È la fine desiderata, il sogno che si vuole realizzare. Nel Diario di Viaggio, sappiamo che siamo partiti per andare là. E raccontiamo quello che oggi è avvenuto in rapporto a quella nostra meta.

Ed è un po’ di questo genere la storia che io racconto.
Ho deciso di arrivare là. Ho un mio sogno. E racconto quello che accade alla luce della meta che mi sono prefisso.

Anche un quadro è una storia.
Un quadro non è solo il prodotto finale. Quello che metterò sul sito, che esporrò in un locale, che acquisterà qualcuno. Quello sarà il risultato finale.
Ma, prima di arrivare a quel punto, sono successe tante cose. Ed è per questo che oggi non ho allegato alla newsletter un quadro finito, ma il quadro appena abbozzato. Diciamo la prima tappa.
Non so ancora se questo quadro arriverà ad un risultato finale soddisfacente. Lo spero. Lo voglio. Ci lavoro sopra. Ma, intanto, è solo questo abbozzo. Riguarda il corpo di una donna. Sento già addosso quello che vorrei che esprimesse. Una sensualità irresistibile, che scaturisce da ciò che il corpo di una donna racchiude e sprigiona.
Ma questo è solo un desiderio e un concetto.
Ce la faranno i nostri eroi a dare una veste visibilmente concreta a questa istanza?
Chi può saperlo, adesso.
Ma questa è la posta in gioco.

Una storia ha una posta in gioco.
C’è una sfida.
Ci sei tu e la sfida.
E avere una storia vuol dire mettercela tutta per affrontare la sfida.

Fare la tua storia è questo.
Alla fine, raccontarla sarà facile.
Ma ora è il momento del Diario di Viaggio.
IL QUADRO NON E’ ANCORA FINITO. E’ IL PRIMO ABBOZZO DI QUALCOSA CHE RIGUARDA IL PTOERE CHE EMANA DAL CORPO DI UNA DONNA.

Categorie: Eugenio Guarini