Basta con le pene d’amore

Guarini Newsletter


Basta con le pene d’amore.


Eh diavolo! Non è poi così assurdo che uomini e donne desiderino un rapporto d’amore, una relazione d’amore, una vita d’amore, una comunicazione d’amore. Voglio dire non è così assurdo pensare che tutto questo è naturale, sano, istintivo…


Resta il fatto – incontestabile – che la felicità nella vita di coppia oggi appare – già nella testa delle persone, a priori – come qualcosa di assolutamente difficile, quasi impossibile. Perfino nociva, perfino deleteria.


Quelli che soffrono pene d’amore sono molto più numerosi di quanto sembri. E il cinismo, il savoir faire, l’ironia, con cui parliamo di queste faccende, non deve ingannare. Qui c’è un buco forte nella nostra cultura personale.


Ma consideriamo.
Potrebbe essere altrimenti?


Consideriamo cosa?
Il bisogno di libertà e di espressione che oggi sentiamo tutti quanti.
La consapevolezza che nostra madre e nostro padre sono stati largamente infelici e sacrificati – soprattutto le nostre madri.
Il fatto che il sesso si sia largamente separato sia dall’amore sia da una vita che cerca un significato forte. Il che vuol dire che alle persone con cui facciamo sesso non chiediamo di essere delle persone di valore e noi stessi, quando facciamo sesso con un’altra persona, non sentiamo il bisogno di essere, lì dentro, delle persone di valore. In altri termini: ci svendiamo spesso e volentieri…


E ora, consideriamo gli effetti del circolo vizioso.
Li riassumo in questo modo: le pene d’amore bloccano fortemente – più delle angherie del capo in azienda e più della difficoltà a trovare uno spazio sul mercato – la piena e libera espressione di sé. Dunque, tendenzialmente, contribuiscono in maniera esorbitante a inoculare depressione e sfiducia.


Questo mi viene suggerito da un’indagine poco scientifica, molto intuitiva e azzardata, su ciò che mi scrivono i lettori della mia newsletter.


La mia prima conclusione è stata: spostare altrove il punto leva della faccenda. L’altrove trova il suo epicentro nella presa in carico della questione relativa al proprio valore personale (voglio dire: non cercare il partner giusto, ma essere una persona di valore). In altri termini: l’amore di sé al primo posto. Perché è amore per la vita.


La seconda conclusione riguarda la messa a fuoco del concetto di tempo di transizione. C’è – e forse durerà a lungo – un tempo in cui bisogna ricostruirci su valori più soldi, prima di poter sperare in relazioni d’amore più significative.


Terzo assunto: in questo tempo di transizione bisogna puntare a un’autonomia emotiva che sappia dare alla propria vita il massimo di vitalità e di gioia d’esistere – anche senza partner. Fierezza di sé, scelte di valori nette e consapevoli, scoperta della propria vocazione, impegno onesto e perseverante nella realizzazione della propria missione.


Quarto assunto: sfuggire con decisione alla tirannia di una visione del sesso come semplice cibo, indipendentemente dal rapporto con chi ce lo fornisce. Il che vuol dire: presa di distanza decisa e consapevole da una delle tendenze dominanti della cultura contemporanea.


Che desideriamo avere nella vita un amore vero e grande è un fatto sano, istintivo, naturale.
Ma chi l’ha detto che, senza un amore vero e grande, la nostra vita non ha più senso, non ha motivi per fare cose importanti e valide, non ha la forza di esprimere quell’originalità e quell’unicità di cui siamo stati dotati venendo al mondo?


Chi l’ha detto che senza un amore vero e grande il nostro amore per la vita non possa essere immenso?


Al contrario, senza le pene e i blocchi e gli smarrimenti e lo sperpero d’energia che caratterizzano una relazione equivoca e fasulla, noi siamo più liberi e più disponibili all’avventura della nostra esistenza. Più liberi nell’esprimere la nostra creatività.


Devi farlo, bimba. Puoi farlo e devi farlo.
E’ questo il passo che cambia le cose. Il “Da qui a lì” della situazione.
Io l’ho imparato dalle donne.


News
Il quadro che è allegato alla newsletter è l’ultimo che ho fatto.
Si chiama Considerando. È sempre una tela di un metro per un metro.


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Ne La Bottega, le occasioni offerte per Natale.

Categorie: Eugenio Guarini