Desiderio in piazza

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Desiderio in piazza


Essendo sera, dopo una giornata all’aperto – quanto vino ho bevuto per tenermi in pressione! Con amici, conoscenti, persone uniche. Faceva freddo, malgrado il sole, fino alle quattro. E la solita emozione di incontrare persone dall’aspetto usuale, ma che a parlargli insieme rivelavano la loro unicità… – essendo sera, con la musica di Vangelis Odyssey sullo sfondo, tipo colonna sonora di una giornata che muore, beh, essendo sera, viene il pensiero che in qualche modo, con l’aiuto delle parole, in fondo dice il desiderio che mi abita…
Lì, all’aperto, con i quadri esposti sul viale – come altre volte – faceva freddo, ve l’assicuro. Freddo sulla piazza. E tanto vino dentro, per scaldare il corpo, e per dare energia ai passi. Tanti passi, lungi quanto una giornata. Ma il cuore sveglio, ve l’assicuro, e grato, tanto grato di essere vivo. Faceva freddo. Sicuramente.


E ora è sera, e credo tra non molto andrò a dormire. Una giornata all’aperto, tutto qui. E ora è sera e il corpo chiede sonno, tra le lenzuola del mio debole letto, adagiato sul pavimento, come di un monaco. Una giornata fredda fuori e calda dentro. Ecco, alla sera. Ecco, il pensiero, che in qualche modo, con l’aiuto delle parole mette in aria un discorso che esprime un desiderio.


E, intanto, il desiderio.
Io ho preso sul serio il desiderio. Che chiamo sogno. Da tempo, ho fatto questo. Prendere sul serio il desiderio che ti abita.
Il desiderio. Che meraviglia che tu sia un desiderio. E che mistero. Cosa desideri? Cosa vuoi? E, lo vuoi ancora? Oppure hai lasciato affievolire questa voce che una volta ti sbatteva contro le pareti della tua casa, e ti chiedeva di uscire a avventurarti?


Io mi son detto: il desiderio è come il movimento delle piante verso il fiore, e verso il frutto.  Il desiderio sa di te più di quanto le scienze del corpo e dell’anima sanno. Io mi son detto: è folle, è un’altra logica, ma prendi sul serio il desiderio. Il desiderio che ti abita. Il desiderio che sa chi sei e che cosa vuoi essere. E credi. Pazzamente, follemente, credi che il tuo desiderio è parte di te e di quel viaggio che tu sei. Il desiderio è la rotta tracciata nel tuo essere. Il desiderio non si misura sulle cose che sono lì, attorno a te. Il desiderio dice qual è il mondo in cui tu puoi essere vero fino in fondo. Prendilo sul serio. Non lasciare che il tuo desiderio sia condannato all’ombra delle case della città che t’incombe addosso. Il tuo desiderio è il leader della tua vita. Seguilo. E credi.


Tutte le persone che ho incontrato oggi, sulla piazza, dico: tutte, nessuna esclusa. Tutte queste persone erano in viaggio verso una loro Terra Promessa. In modi diversi me l’hanno fatto sapere. Tutte, come me, in cerca, in viaggio. Bene qui e sorridenti, ma in viaggio. Qualcosa oltre i confini li attende, esattamente come me. Oltre i confini. In viaggio. Tutti, e tutte le cose. Come una grande marcia.
Siamo in viaggio, amici. Io dico: esploratori dell’essere.. . Io dico questo per via della filosofia. Ma si può dire in tanti modi. Ma il punto è qui: risiede nel desiderio. Se desideri vuol dire che sei vivo. Il desiderio è la vita.


Cosa voglio? dove voglio arrivare? Sono domande analoghe a: chi sono? Chi voglio essere?
Niente più del desiderio ti definisce.
Guardati allo specchio e, dopo essere rimasto sorpreso – sono io quello? – ti verrà la domanda su cosa desideri.
Lo specchio è riflessione. Riflettere mette subito in campo la domanda unica che c’è su di te, che tu sei. Che voglio? Che desidero? Che ne faccio di questa vita? Cosa rende la mia vita degna di esserci?


Faceva freddo sulla piazza, lungo il viale. Tanto vino dentro, per fare pressione e calore. E ora è sera, quasi notte, quasi sonno. E le parole sanno dire bene solo questo: il desiderio che mi abita, il desiderio che io sono.

Categorie: Eugenio Guarini