Sola nel letto

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Sola nel letto.


Sì, stiamo sperimentando in tanti una nuova forma di maternità e di paternità. Fare da madre e da padre a se stessi. E non si tratta del lamento di persone abbandonate. È una nuova esperienza umana resa possibile dai tempi.


Forse è cominciato tutto con la psicoanalisi, quando ci hanno fatto sapere che potevamo dare la colpa ai nostri genitori per i nostri disagi e le nostre pene interiori. E anche per il mancato successo nella vita reale, concreta.


Ma, mentre ci veniva fornito questo alibi per la nostra inedia, venivamo anche sollecitati a occuparci della nostra psiche. Che è sempre l’anima. Vale a dire – fin dai tempi di Aristotele – il principio che dà vita alla vita del nostro corpo e delle nostre azioni nel mondo.


E forse ci siamo anche tante volte incartati nei mulinelli da vertigine del nostro inconscio. Ma abbiamo imparato, anche, a trafficare con la nostra mente e con le nostre emozioni. E abbiamo accettato l’ipotesi, avanzata dallo sguardo psicologico moderno, che lavorando sulla nostra mente potevamo cambiare la nostra vita.


Con l’Analisi Transazionale e con la Programmazione Neuro Linguistica, abbiamo intrapreso con nuovo ardore e con rinnovata fiducia, la via di una liberazione da tempo desiderata: liberarsi dai pregiudizi, da credenze limitanti, da schemi mentali abitudinari.


Per cosa? Per dare realizzazione al nostro innato desiderio di vita piena, libera, creativa, avventurosa, succulenta.


Quando le relazioni tra i sessi sono entrate nel pallone, abbiamo dovuto fare i conti con la solitudine, la difficoltà della comunicazione e della reciproca comprensione. Ma non ci siamo crogiolati a lungo nelle tesi dell’incomunicabilità e della passione inutile dei tempi del primo esistenzialismo. Il nostro istinto vitale ha avuto la meglio. E alle varie forme di abbandono, di mancanza, di perdita, abbiamo risposto con un atteggiamento attivo e creativo.


È così che siamo arrivati alla decisione di farci da madre e da padre. Ci siamo assunti la responsabilità dei nostri umori e dei nostri stati d’animo. E anche degli esiti e dei risultati nella vita concreta, materiale. Abbiamo deciso che la vita che avevamo era esattamente quella che noi avevamo voluto – senza altri responsabili. E siamo diventati capaci di desiderare una vita migliore, più positiva e ricca.


Basta, dunque, col dare la colpa agli altri o alle circostanze.
Noi, ora. E a modo nostro.
Siamo diventati i registi della nostra vita.
E abbiamo cercato un rapporto diretto e personale con ogni cosa.
Con la Sorgente della vita.
Con le regole scontate.
Con i modi accreditati di pensare.
Con il concetto di possibile e di impossibile.


Abbiamo incominciato a prendere sul serio i nostri sogni, interpretandoli come segnali della nostra natura e della nostra identità.
E abbiamo voluto intraprendere strade nuove – che un tempo erano sconsigliate o improbabili.


Tutto questo segna il cambiamento che viviamo in maniera molto più significativa della tecnologia e della globalizzazione. Anche se è collegato intimamente con questi processi.


Per ognuno di noi, l’inizio è stato quando abbiamo capito che potevamo e che volevamo farci da padre e da madre.


Il quadro allegato.


Il quadro è di ieri. Si chiama Sola nel letto.
Certo, stavo pensando a tutte quelle amiche che penano perché non hanno un amore vicino.
È anche la mia situazione di single.
Ma è anche la condizione in cui può avvenire un miracolo. La scoperta della propria forza auto generatrice. Della capacità di farci da padre e da madre.

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