La vita è viva

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La vita è viva


E non era poco.


Incontravamo ogni giorno delle persone nuove e vere.
Persone che maturavano una loro consapevolezza, facevano delle scelte per davvero e imparavano ad avventurarsi, ritrovando la magia della vita.
Non era poco per la nostra avventura.


Che la vita ritornasse ad essere viva. Misteriosa. Sorprendente. … Come nelle favole. Come quando eravamo bambini.


Era come emergere dall’acqua stagnante.
Come accedere alla luce del sole e alla freschezza dell’aria.
Ci accorgevamo che la natura era viva e anche gli alberi ci parlavano.
Vedevamo l’alba e il tramonto.
Ci veniva desiderio di ascoltare la voce dell’universo.
Scrutavamo le stelle.


Non era poco, benché non sapessimo spiegarcelo.
E ce lo domandavamo: com’è successo? E allargavamo le braccia. Come si fa davanti a un miracolo.


Ricordavamo di esserci impegnati in qualcosa, all’inizio. Ma ora i termini stessi con cui una volta descrivevamo questo impegno suonavano così lontani!
Cos’era successo?


Ricordavamo…


Una volta sembrava che il mondo fosse un noioso grigiore.
Andare al lavoro, le bollette, la routine.
Al massimo, l’efficienza. Sì, ci tenevano tutti all’efficienza.
Ma l’efficienza di cosa?
Ora questa parola suonava così vuota. L’efficienza nei processi produttivi, l’efficienza nel servizio, l’efficienza nell’uso del tempo per raggiungere gli obiettivi…
Com’eravamo lontani!


Provavamo emozioni, sì certo. Il sesso, l’innamoramento, le pene d’amore – perché l’amore non corrispondeva mai a quel che sognavamo…
E poi c’erano le dispute condominiali, e le politiche di potere negli uffici…


Facevamo anche delle feste in azienda, quando i grafici colorati ci rivelavano che avevamo raggiunto gli obiettivi semestrali…Ma le emozioni legate ai bilanci, beh, ora ci sembravano davvero poca cosa.


E ricordavamo la tensione per il futuro della nostra carriera… Ma ora, che il nostro desiderio s’incanalasse così tanto nello sviluppo della carriera… ora sembrava quasi una prigione meschina per il desiderio stesso…


Forse fu proprio lì, il punto.
Quando ci accorgemmo che il nostro desiderio voleva molto di più.
Sì, fu quello il punto di partenza. Accettammo di credere che il nostro desiderio era molto più importante…


Insomma, incominciammo a credere che non era tutto lì.
Sai che quando sei in una certa situazione sembra che sia eterna e unica. Che sia tutto ciò che può essere.
Beh, noi, incominciammo a supporre – e poi a crederci – che non era così.
Il nostro desiderio ce ne aveva creato il sospetto.
E di fatto, succedeva.


Uscivamo, emergevamo dallo stagno – apparentemente unico ed eterno – e trovavamo, nelle nostre scorribande, una vita viva che ci stava aspettando là fuori. Ed era una vita vera. Santo cielo, come esprimere questa emozione?


E ora, siamo così presi da questa emozione che i sentimenti di allora non ci tornano più neanche in mente.
È strano. Ma è proprio così.


Una volta fuori, già vedere che quello non era il tutto era confortante e ci metteva addosso una capacità di consolare che non aveva precedenti nelle nostre vicende personali. Scoprivamo che eravamo capaci di iniettare la speranza perché eravamo fuori. Perché quello di cui parlavamo era davanti ai nostri occhi.


E se talvolta ci immergevamo di nuovo in quello stagno grigio, sapevamo che non era il tutto. E lasciavamo segnali sul territorio per ritrovare la strada del ritorno, ed uscirne di nuovo.


Immaginavamo che la vita fosse fatta a strati, come una sorta di cipolla esperienziale. Come dire? Che quando uscivi da uno strato ed entravi nell’altro, cambiava tutto il modo di sentire, il modo di essere…
Ci domandavamo perfino se c’era un modo per comunicare tra uno strato e l’altro…


La vita era viva.


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Il quadro: La vita è viva (acrilico su tela cm 100 x 100)

Eugenio Guarini
http://www.eugenioguarini.it

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