Tempi di turbolenza

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Tempi di turbolenza.


Sì, ce lo dicevamo tutte le sere. Eravamo sempre così eccitati nel parlare di queste cose! Ora ne sorridevamo. All’inizio era diverso. Forse, era complice anche la primavera. La primavera che arrivava in anticipo, dopo un inverno prolungato. E la meteorologia in qualche modo c’entrava.


Cosa dicevamo? Il ritornello era più o meno questo. Siamo in un’epoca di turbolenza, di caos, tutto cambia, segnali strani, il mondo non è più come una volta, non si può prevedere niente, soprattutto nel medio e lungo termine…


Sorridevamo perché qualcosa era mutato dentro di noi. Non c’era paura, ma un senso di nuova libertà. E le nostre intenzioni non erano concentrate sulla difesa, ma sulle possibilità e sulle opportunità.


Fergus si aggirava spesso tra noi. Con le sue sparate.
Alcune delle cose che ci diceva si sono impresse nella nostra mente. E danno sempre luogo a pensare.


Una sera – doveva essere un po’ briaco – ne tirò fuori una dietro l’altra.
Provo a trascriverle.


– Nei tempi di turbolenza le società umane diventano particolarmente sensibili alle nuove idee. Dovete cogliere l’occasione. E’ il momento di iniettare virus benefici. Anche piccoli cambiamenti, ben centrati, possono avere effetti moltiplicatori di grande portata. Lo conoscete l’effetto farfalla delle teorie del caos?


Noi ci guardavamo l’un l’altro, con aria interrogativa.
E lui saltava di palo in frasca, come niente fosse.


Avente pensato a com’è mutato negli ultimi tempi il concetto di buona intenzione? Una volta era una dichiarazione d’intenti della volontà che doveva promuovere azioni oggettivamente buone, lottando contro istinti meno nobili che albergavano nel cuore dell’uomo. Oggi, la buona intenzione, è una dichiarazione che registra una nuova spontaneità, sentita nel cuore, che non ha più bisogno di riflettere su cosa sia un’azione oggettivamente buona.


Ma che cazzo vuol dire?
Eravamo perplessi sul momento. Le parole di Fergus avevano quest’effetto: sul momento ci lasciavano stupiti come di fronte a un rebus. Col tempo diventavano oggetto di riflessione.


Non affidate la mutazione antropologica all’ingegneria genetica. Cercate di sviluppare l’interiorizzazione delle buone intenzioni! Attualizzate l’antico richiamo all’amore di tutti i grandi della storia.


Avevano un che di strano, le sue sparate. Eppure, finivamo sempre per tornarci sopra.


Nei tempi di turbolenza il pensiero creativo è il più adatto, e le metafore servono più delle definizioni precise. Sono i segnali di un pensiero fluido.


Noi passavamo le serata in questo modo. Avevamo gli occhi spalancati dalla meraviglia. Il cuore batteva forte. Eravamo eccitati eppure anche profondamente calmi. Era come se il destino ci avesse regalato una splendida avventura.


Belle Notizie



Ho tante altre belle notizie da dare. Vi devo parlare del FormaFiabe di Claudia, dell’iniziativa di Graziella Marceddu a Cagliari a proposito del Laboratorio della Lana, della mostra di Nicky, del Workshop di Riccardo e Rachel, di Astrologia Intuitiva, e del Book Crossing… Ma sono di fretta. Domattina parto per Vicenza, per incontrare Andrea Strutzmann della Hypo Alpe Adria Bank.

Nelle prossime newsletter…

 

Quell’equilibrista di Stefano.
L’amico Stefano Talamini, una persona davvero speciale, ha pubblicato un libro curioso e intrigante: L’Equilibrista. Vai a vedere.


 

RITORNO ALLE ORIGINI. Fino alla metà di Aprile, espongo dieci quadri da Ferrando a Ivrea, la prima vineria dove ho cominciato ad esporre. Spero di incontrare tanti amici eporediesi e canavesani.

 

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Eugenio Guarini
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