Un rizoma nel giardino della Creatività
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Il quadro qui allegato è l’ultimo nato. Si chiama Dall’amor rapita (tela 80 x 140 cm). Telefonami se t’interessa parlarne 338.3207062, o scrivimi.
Un rizoma, nel giardino della Creatività.
Creatività come esperienza esistenziale
La ricerca della creatività non è soltanto una sperimentazione di tecniche e metodi che consentono l’emerge di idee nuove capaci di risolvere problemi o di portare innovazione nei processi produttivi e organizzativi o di mettere al mondo oggetti e strumenti fino a poco prima ritenuti impossibili.
La ricerca della creatività è anche un’esperienza esistenziale che consente di scoprire aspetti di noi, del nostro potenziale, a cui non avevamo ancora pensato e che, quindi, estende la conoscenza di noi stessi.
Di più, l’esperienza della creatività non si limita ad estendere la conoscenza di sé, ma costruisce addirittura un soggetto nuovo, in sintonia con le esigenze dell’epoca. La creatività la riconosci dal fatto che rende nuovi.
In particolare, la ricerca della creatività produce una maggiore consapevolezza del ruolo che hanno gli schemi mentali nella percezione dei problemi e del mondo su un vasto raggio e introduce ad un lavoro formativo di tipo nuovo: un lavoro che ci mette in grado di mutare in maniera consapevole e ragionata quegli stessi schemi mentali che ci hanno finora definito sul piano conoscitivo e operativo. Un lavoro che rende possibile un itinerario di crescita attraverso il tentativo di costruire dei modelli mentali più funzionali alla sfida del tempo. La creatività è una conversione.
Cambiare la mente per cambiare il mondo
Uno degli assunti della creatività è che si possa migliorare la nostra vita lavorando sulla nostra mente.
La mente non è più vista come un campo di semplice elaborazione più o meno automatico di stimoli che derivano dall’esterno e che, quindi, fanno la parte del leone nel determinare le nostre emozioni e nel condizionare i nostri atteggiamenti nei confronti della realtà oggettiva.
Con la creatività la mente è vissuta come un punto origine capace di influenzare in qualche modo il corso degli eventi, dotata di una propria autonomia e di un proprio spazio di iniziativa già al livello di percezione.
La parte centrale della formazione alla creatività si concentra sul piano della percezione, più che su quello del ragionamento. È nella percezione di un certo stato di cose che il gioco si configura e, in un certo senso, il destino è segnato. Se è possibile mutare e arricchire la percezione della realtà, può diventare possibile intravedere vie d’uscita e nuove opportunità.
La percezione è il nostro rapporto con le cose, con quello che avviene, ma filtrato dai modelli mentali e dagli schemi acquisiti.
Quelli che percepiamo come limiti oggettivi nella realizzazione dei nostri progetti o dei nostri desideri, potrebbero non essere dei reali limiti oggettivi, ma rivelare, piuttosto, limiti della nostra percezione. Limiti non insuperabili se si acquista dimestichezza con il lavoro sui modelli mentali.
Quando percepiamo un problema come una sorta di vicolo cieco, è possibile fermarsi a lavorare sulla nostra struttura percettiva nel tentativo di vedere se troviamo un modo diverso di percepire la situazione. Diverso qui vuol dire che non ci si presenti più come un vicolo cieco, ma come una situazione aperta a diverse soluzioni. Con i segnali di strade nuove rispetto a quel che prima vedevamo, strade e spazi in cui potremmo uscire alla grande. O per lo meno, non restare imprigionati e paralizzati.
Pensiero rizomatico
Il metodo dell’entrata casuale, è una strategia decisamente feconda da questo punto di vista. È forse un po’ meccanica nella sua origine volontaristica. Ma diventa immediatamente un esercizio vivace di immaginazione. Come dire che per cambiare si può prima decidere e poi imparare.
È la percezione il territorio preferito dal pensiero creativo. Il ragionamento spesso non fa altro che esplicitare e mettere in ordine logico ciò che è già implicito nella percezione. Il ragionamento analitico non esce dai confini stabiliti dalla percezione. Si limita a chiarire nel dettaglio ciò che nella percezione è già contenuto.
Questo è il ragionamento a cui siamo stati abituati e istruiti nella scuola. Ma non è detto che debba essere l’unico modo di ragionare. Anche il ragionamento è comandato da schemi e modelli mentali.
Per lo più sono quelli della logica e dell’argomentazione.
Secondo uno schema mentale tradizionale, che condiziona il pensiero adulto e responsabile, le cose che diciamo devono avere attinenza evidente l’una con l’altra.
Se diciamo qualcosa di cui non sia facile vedere la pertinenza con quanto dicevamo prima, ci viene chiesto: e questo che c’entra?
Concediamo ai bambini di saltare di palo in frasca, o anche in certi spettacoli che mettono in scena tipi bizzarri e un po’ fuori di testa.
Ma, se si pensa seriamente, bisogna rispettare la regola della pertinenza evidente.
Di fatto se siamo rigidamente ancorati a questo schema mentale, lasciamo scappare – anzi rifiutiamo di prendere in considerazione – una marea di pensieri che vengono del tutto spontaneamente e che potrebbero rivelarsi utili assai, al di là della loro discutibile pertinenza al contesto del discorso in atto.
E che, addirittura, attraverso un processo di elaborazione potrebbero perfino rivelare un sottile e profondo nesso con l’argomento, non immediatamente evidente, ma arguto e intrigante.
Un giorno stavo pensando a quel lato della mia impresa che è rappresentato dalle vendite dei quadri. È evidente che la vendita dei quadri finanzia tutto quello che faccio, e ha un peso importante nella gestione dell’insieme. Resta il fatto che io non amo particolarmente il lavoro di vendita, di cui per altro vedo l’importanza. So che in un’azienda il reparto vendita, marketing, pubblicità, è costantemente impegnato in un’attività frenetica e coordinata di monitoraggio dell’andamento delle cose e di progettazione e sostegno di iniziative efficaci. Ma io sono fondamentalmente un artista, vale a dire un produttore.
Periodicamente ritorno a pensare alla questione, soprattutto quando le entrate sembrano battere la fiacca. Anche quel giorno ritornavo ad esaminare il problema e mi domandavo se per caso non stessi battendo un po’ la fiacca su questo versante.
Mi compare improvvisa l’immagine mentale di un disco volante, o di un’astronave. Insomma uno di questi formidabili mezzi di trasporto negli spazi siderei di cui si ciba l’immaginazione.
Vedo, come in un film, il volo rapido – la velocità della luce – verso orizzonti inesplorati della Galassia…
Hanno una lunga autonomia quanto ad approvvigionamenti…
E, benché non sia un pensiero pertinente con il problema di cui mi sto occupando, avverto una certa emozione positiva che lo accompagna.
Ma che c’entra il disco volante con la faccenda delle vendite?
Lascia perdere e ritorna al problema – Dice il censore interno.
E, invece, decido di seguire la suggestione. Senza perdere il contatto con il problema.
Volare verso altri mondi, mondi alternativi…
Modalità diverse dal solito modo di lavorare alle vendite…
Vendere, senza fare il lavoro del venditore…
Un venditore extra-terrestre…
Un disco volante… intanto è un disco… Un CD?
Utilizzare Cd con le immagini dei miei quadri per estendere la visibilità? O anche, utilizzare internet per estendere la visibilità delle mie opere, alla velocità della luce?
Mi sembra una buona idea. Che può essere realizzata intelligentemente e che sembra efficace ad estendere la visibilità delle opere…
…
Per pochi minuti di pensiero rizomatico – come lo chiamo – il parto è apprezzabile.
Nell’esempio, è entrato in gioco un modo diverso di ragionare, che ha lasciato libero il pensiero di saltare su argomenti o temi che apparentemente non erano pertinenti ma che, trattati, rivelano una connessione col problema e indicano itinerari di soluzione.
Belle Notizie
Aspetto che Emi mi invii i dati e le informazioni precise per presentarvi una bella iniziativa a proposito dei libri di un gruppo speciale di amici sulle colline appenniniche a ridosso di Bologna. Vi ho partecipato con grande piacere e ve ne darò informazione in una prossima newsletter.
Intanto, nella rubrica Amici del sito (QUI) trovate ancora la presentazione di Quadra, impresa di Alternative Dispute Resolution, nata da una brillante idea di Massimo, Cristina e Matteo. Vi potete ancora trovare la presentazione di Vincenzo Garofalo, filosofo e formatore creativo; l’opera poetica di Roberto Perin e l’iniziativa di Giovanna Fornero da nome accattivante di AmalgAmarsi.
Categorie: Eugenio Guarini