Dove la separazione non è ancora avvenuta

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Sedersi là dove la separazione non è ancora avvenuta.


L’anelito creativo oggi lo viviamo tutti. Viene esaltato nei discorsi che si fanno nella cultura d’impresa. Ma si allarga nella vita delle persone oltre l’impresa. Lo stile di vita, l’abitare, lo svago, il vestire, la formazione, l’amore. Fuori dell’impresa prende immediatamente la via dell’espressione di sé, dell’autorealizzazione. Nell’azienda gioca a nascondino con gli imperativi talmudici del profitto e della concorrenza.


Sento fortemente l’anelito della creatività. Batto la mia strada in questo territorio. Mi sono messo per conto mio – niente padroni, tranne le bollette e i conti da pagare – per potermi muovere liberamente in questa ricerca. Sono interessato a sviluppare creatività e anche a prendere coscienza dei processi e delle “regole” del lavoro creativo.


Un passo importante della creatività consiste nel lasciarsi alle spalle le distinzioni e le specializzazioni separate. Le discipline specifiche hanno fatto a fette i problemi e ogni prospettiva ha creato un oggetto suo. I linguaggio si sono specializzati e hanno perso la capacitò di comunicare. Uno psicologo non capisce più un ingegnere e un matematico non ha niente in comune con un romanziere. Di più, il manager delle vendite e del marketing non s’intende più con quelli della produzione. Uno che si muove bene con i numeri non capisce chi si destreggia meglio con le parole. E l’uno e l’altro hanno poco da spartire con chi è esperto in emozioni e sentimenti.
E oggi fa perfino sorridere vedere gli esperti in comunicazione insegnare a muovere le mani, il torso e ad accavallare le gambe a dei project manager.


Oggi si fa un grande sforzo formativo per rimettere insieme i pezzi in cui la specializzazione ha frantumato la nostra esperienza. Perché succede come per i giocattoli: se è facile smontarli, rimontarli è più incasinato.


Un passo importante della creatività è lasciarsi alle spalle il mondo della separazione e della specializzazione. E poiché si tratta di riprendere un punto di vista unitario, il modo migliore e più semplice è quello di andarsi di nuovo a sedere dove le cose non si sono ancora separate. Risalire a quel punto della scala in cui si può vedere ancora tutto l’insieme.


Il punto di vista in cui vedi la tua vita nel suo insieme.


Io mi dicevo: se vuoi fare il pittore e far fortuna con i tuoi quadri, non pensare in termini di produzione, di marketing, di nicchia di mercato, non pensare secondo le categorie dell’azienda. Ritorna indietro, risali la china. Pensa alla tua vita come a tutta la tua avventura in questa esistenza. Pensala da ontonauta, da navigatore dell’essere. Cerca la felicità e il senso e la gioia di un’operosità quotidiana che riguarda ogni aspetto, ogni faccia del poliedro. Colloca la tua pittura e la tua visibilità nel contesto pieno della tua ricerca di senso e di intensità di vita. E ripensa tutto, reinventa tutto, a partire da questo punto di vista.


Sviluppa, da questo punto di vista, un linguaggio tuo, libero da ogni tabù – questo non è scientifico, questo non è razionale… – che calzi perfettamente la realtà che tu sei e l’esperienza a cui ti apri. Un linguaggio che partorisca una consapevolezza crescente di quello che sei e di quello che fai e di quello che ti capita. Apriti alle suggestioni che emozioni e desideri producono esprimendosi in congetture, metafore, iperboli che abbiano la capacità di tenere acceso l’entusiasmo e di alimentare la gioia.
Sfuggi a tutto ciò che imprigiona e trattiene dal libero volo dell’immaginazione e dall’esplorazione del possibile.
Sfuggi al gusto di polemizzare, alla pretesa di aver ragione, all’acrimonia della critica.
Il tuo è un lavoro creativo. Il tuo è un lavoro ideativo.


In un certo senso, ritornare al luogo in cui i problemi non si sono ancora frantumati in tante discipline e aspetti separati, è ritrovare l’aria fresca e promettente dell’ignoranza. Il punto di vista della saggezza socratica, espressa così bene nel suo “so di non sapere”. Il punto sorgivo dove l’immaginazione può prendere il volo non più trattenuta da alcun sapere inconfutabile.

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