Nella foto: Verso il Serrù
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Dove sto andando?
Lascio l’auto ai Chiappili di sopra. La sbarra sulla strada è abbassata. Di qui in poi, solo a piedi. La giornata è splendida. Non vengo quassù dalla fine di Agosto. Stamani sono partito presto perché volevo chiedermi proprio da queste parti “dove sto andando?”. Una domanda che sembra non esaurirsi mai…
Mi guardo attorno, nella valle. A luglio è cominciata da qui una strada a piedi per andare alla ricerca della salute, dell’energia, di una rinascita. Ora vedo gli effetti di quella decisione.
I cambiamenti, intanto. Da sedentario a nomade, da “sempre in studio” a “quasi sempre fuori”, da “per lo più seduto davanti al computer” a “ quasi sempre a camminare con un notes in mano”…
Sto percorrendo il tratto da i Chiappili al Serrù. Ma comprendo che non sto andandone né al Serrù né al Nivolet. Sto andando verso la salute, l’energia, la pace e la chiarezza. E arrivarci dipende più dal modo di camminare qui e ora che dalla meta.
Sì, mi risulta chiaro: conta più il come cammino di dove vado.
Rifletto. Avere una meta – darsela – potrebbe essere solo una scusa per andare, partire, uscire, muoversi…
Perché andando si può incontrare.
E si può incontrare anche ciò che non avresti mai immaginato. E, dunque, non ti saresti mai dato come meta.
Quando lo incontri – questo non immaginato – capisci che è proprio quello che cercavi. Lo riconosci.
E dunque, se avverto quell’inquietudine che non mi consente di stare, è più importante decidere di uscire che decidere dove andare.
Il dove, forse, è già sulla strada che hai preso. E anche il cosa…
Spesso uno non sa che cosa conta davvero per lui. Può partire ugualmente alla ricerca. È opportuno che lo faccia. In qualche modo.
La cosa che fa stupore è il riconoscimento. Quando riconosci come tuo qualcosa che incontri senza averlo cercato.
Per me conta incontrare questi pensieri. Lasciarmi trasformare da essi mentre cammino e respiro. In queste camminate pensanti ho visto la saldatura tra camminare, fare salute, pensare e il flusso creativo: la zona!
Arrivo a capire che il “successo” non è arrivare un giorno al top della hit parade, ma essere al top della vivacità creativa, qui, ora. Il successo che amo, dunque, non è alla fine della strada (carriera), ma qui. Non è una volta tanto, ma quotidiano. Non è neanche un “successo”, ma qualcosa che “sta succedendo”, che avviene. Non è qualcosa da godere seduti, con le gambe sotto il tavolo. Ma da mangiare in piedi, come la Pasqua degli Ebrei.
Dove sto andando, dunque? Sto coltivando una creatività spontanea. Imparo a riconoscere i segnali dello stato di flusso. Imparo a mantenere il contatto.
NOTIZIA
Venerdì scorso ho istallato al Soqquadro di Pescarenico (Lecco) una mostra intitolata Storie di donne. Appena mi arrivano le foto le metterò in rete. Per intanto comunico che si sta organizzando un sobrio Vernissage per il 4 novembre, verso le 19.00. Ma lo comunicherò successivamente, quando le cose saranno stabilite.
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