Uscire

Il quadro che allego, nello stile di essenzialismo rappresentativo che sto sperimentando, s’intitola “Il borgo”. Mi evoca la delineazione di un’analisi intellettualmente tagliente, proiettata nella luminosità di un progetto appassionato.


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Sul mio sito www.eugenioguarini.it aggiornamenti sulla mostra di Pescarenico (Soqquadro) con le foto gentilmente scattate da Marcello Leone.


Uscire


Il cielo è coperto, stamani. Disappunto.


Ma dura poco. La parola d’ordine è: il tuo campo di ricerca è l’espressione – alla lettera: spremersi fuori, uscire di casa: dal guscio, dall’uscio.


Alle 9 lascio l’auto davanti al Municipio di Borgiallo.


So che queste uscite hanno anche un valore simbolico. So che nella mia ricerca non si fa che cavalcare metafore – questo è il trucco! Ricerco un contatto magico con il luogo dove le parole hanno origine.
E intanto, il tempo si fa sempre più bello.


Sento i rumori del borgo: macchinari elettrici, abbaiare di cani, urla di lavoranti in un cantiere…. Poi, improvvisamente, una curva della strada taglia via tutto il rumore e ti ritrovi nel silenzio. È un attimo: il cuore sussulta e l’anima si sdraia. È pace.


Sei qui con te stesso. Ti ci parli insieme. Capisci che non si è mai soli.
Mi viene in mente una delle mie domande guida: con chi parlo quando parlo da solo? Qui c’è un segreto. Forse un mistero.


I castagneti, ai margini, piovono foglie. Il rumore è lo stesso dello sgocciolio.


Capisco che la mia vocazione è alla gioia. La mia creatività aspira ad essere felice. Il cielo è sempre più aperto. Una benedizione sembra muoversi con me. In questo stato d’animo ti puoi aspettare qualsiasi miracolo.


Questa è la passeggiata dei pensieri. Tra Borgiallo e Chiesa Nuova: tagliando orizzontalmente uno splendido anfiteatro montano.


Quello che sto facendo non servirà a nessuno… ma è come la musica: qualcosa per cui vale la pena vivere.


Penso alle mie annotazioni come a spartiti musicali. Quando verranno eseguiti (con la lettura) restituiranno la “musica” che li ha dettati.


Potrei vivere così tutto il giorno.


Da lontano la montagna sembra scendere tutta lungo la stessa linea di displuvio. Percorrendola vedi che non è così: il pendio ha una profondità insospettata, che vieni scoprendo poco a poco, mentre percorri il sentiero.


È così quando incominci a guardare davvero: una superficie diviene uno spessore e una profondità.

Categorie: Eugenio Guarini