Anche questo è la mia storia

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Anche questo è la mia storia


Queste donne mi fanno da specchio. Me ne rendo conto sempre di più. All’inizio credevo di dipingere delle figure femminili. Credevo che fossero altro da me. Che raffigurassero, forse, qualche altra persona. Ma  non è così. Ora so che queste donne sono parte di me, forse uno specchio in cui rifletto in maniera sghimbescia cose che sento e che dico a me stesso. Come se me le facessi dire da loro. Come se le facessi dire a loro. Non ho ancora capito perché. Non so dare una spiegazione.


Ho letto che gli scrittori, quando creano dei personaggi e delle storie, a un certo punto si sentono prendere la mano. Quei personaggi acquistano una vita propria e conducono loro la storia. Sono loro che dettano le cose. Allo scrittore non resta che seguirli. Per la curiosità di vedere cosa fanno e che cosa pensano e cosa gli dicono?


Mi rendo conto che è proprio così. Con la produzione artistica metti al mondo qualcosa che si separa da te e ti si rivolge con le sue esigenze. E tu non puoi fare a meno di lasciarlo entrare con la forza della sua entità nella tua vita.


Chi è questa donna dagli occhi così acuti e dalle ombre del volto così marcate?


Penso si chiami Elisabeth. Gli amici la chiamano Lilibeth.


So che ha studiato. Si è laureata. Si è occupata di antropologia, all’inizio. Poi, a suo modo, è entrata nella Psicologia. Nella Psicologia culturale. Era impegnata in una tesi che a me sta molto a cuore. La sua ipotesi di fondo era che nella cultura ci sono idee che strutturano le personalità, finché queste non acquistano autonomia e decidono di prendere in mano il proprio destino. Liliberth era molto interessata alla dialettica tra l’influsso sociale di certe idee sulla persona e il lavoro che questa viene a compiere per prendere le distanze, acquistando una personalità in proprio. Ed è proprio un oggetto della mia stessa ricerca. Forse Lilibeth mi darà una mano a chiarire le cose?


Lilibeth, negli ultimi tempi, si era occupata molto della pressione sociale dell’immagine della donna bella sulla vita delle ragazze. Ha messo in evidenza, in uno studio pubblicato, la lotta continua, spesso estenuante, che le ragazze compiono contro se stesse, per adeguarsi ai canoni delle attese sociali, al modello ideale di bellezza che si ritrovano nella mente. Ha interpretato il lavoro di palestra, le diete, l’abbigliamento, come lotta contro di sé, per dare spazio ad un’idea socialmente accreditata della donna desiderabile. Ha messo in evidenza gli inghippi, i circoli viziosi, i ragionamenti cavillosi, le conseguenze sulle relazioni, anche quelle più intime, gli effetti talvolta devastanti di questo modo di procedere. Ha studiato le forme estreme dell’anoressia e della bulimia da questo punto di vista. Ha esplorato il disagio diffuso, la mancanza di fiducia, l’incredulità, la lontananza dal proprio sentire, lo smarrimento in giudizi non propri della propria identità. Il vuoto e l’anestesia delle emozioni.


Ma quante cose so di Liliberth!
È appena nata e già la conosco a fondo.
Ma ora ecco una notizia che sembra scontrarsi contro le mie aspettative.
Liliberth era intenzionata a proseguire nella carriera universitaria. Ma una sera di maggio s’innamorò perdutamente di un allevatore della provincia, brillante ed energico. Si ritrovò pronta a tutto, a qualsiasi cambiamento, pur di seguire quest’uomo.
E lo fece. Cambiò vita. Si trasferì con lui in campagna. Apprese a fare la sua parte tra gli allevatori, nella vita della fattoria, nell’amministrazione dell’azienda familiare.


Un giorno lui se n’andò. Un camion troppo veloce sulla provinciale…


Lilibeth sprofondò in una depressione devastante. Smarrita, quasi folle, si era lasciata ingrassare, era diventata trasandata. La gente pensava che avesse perso il senno. E scuoteva la testa.
Povera Lilibeth.
Chi avrebbe potuto tirarla fuori da quel baratro?
Nessuno.


Eppure successe.
Fu un primo pomeriggio, ancora di maggio. Lilibeth era appoggiata alla steccata di cinta. La vecchia Maggie, una volontaria, si era presa la briga di tenerle la casa in ordine e di provvedere alle necessità primarie.


Le ragazze si avvicinarono. E la più sfacciata di loro, Marta, con le gote arrossate dall’aria, i capelli a boccoli selvaggi, le si avvicinò che quasi la toccava col naso.


Perché non ci fai un po’ di scuola?– le disse – Tu hai studiato. Noi siamo sempre dietro a queste pecore. Siamo ignoranti. Facci un po’ di scuola…


Successe così.
Nessuno provi a spiegarlo. Nemmeno Lilibeth sa spiegarlo. Lei ricorda soltanto che a quella domanda di Marta, sentì all’improvviso il fiotto caldo della vita attraversarle il corpo e riaccenderle il cervello. Si scosse e si ritrovò sveglia. Sentì che era utile a qualcuno. Disse di sì.


Oggi la Scuola Pluriclasse di Padusco è una perla della regione. Lilibeth ha creato una Biblioteca, una Tipografia per il giornale della comunità, un Sito Internet, uno Studio Fotografico, un Laboratorio di Scrittura, un Centro di Discipline Meditative, e tante altre cose. E’ in contatto con mezzo mondo e collabora a progetti di alfabetizzazione delle zone montane.


È un’intellettuale brillante, dipinge, suona il violino, scrive poesie ed è piuttosto carina e interessante.


Mi racconta la sua storia con estrema semplicità e, nello stesso tempo, una grande intensità. Liliberth ha una vita piena. È fiera di quel che fa. Eppure è molto modesta.
Allarga le mani, nel salutarmi: Anche questo è la mia storia!



Tutto questo, o solo questo, da un quadro. Che meraviglia! Ma quanti mondi ci sono dentro di noi? A quanti mondi possiamo accedere? E perché Lilibeth, ora?
Hai a che fare sempre con qualcosa che ti sfugge. Noi diciamo: il mistero. Eppure mi rendo conto che la nostra vita diventa una storia proprio perché i nostri desideri, le nostre ambizioni, trafficano sempre con qualcosa di altro, che non dipende da noi e che viene da fuori.
Quella di Liliberth è una storia. L’altro, il diverso, l’imprevisto, ha fatto irruzione nella sua vita. Lei ha fatto delle scelte, e ha risposto a eventi che venivano da fuori di lei.
Io mi aspettavo che mi dicesse qualcosa sui temi della sua ricerca. Poi ho pensato di restare a bocca asciutta. Ma forse, mi ha detto qualcosa.


Forse mi ha detto qualcosa, in proposito.


BELLE NOTIZIE!


Professione Lavoro e Sapere Per Fare promuovono un workshop dal titolo intrigante: Vision For Turbolence: una visione del proprio lavoro che sappia sfruttare le opportunità del caos e dell’incertezza. Qui le informazioni del caso.


Simona Valesi di nuovo in Fiera. Questa volta si chiama Officinalia, a Blegioioso (Pavia) dal 29 aprile al primo maggio con orari dalle 10 alle 20. Qui il link per le informazioni.


Per quel che mi riguarda:
Sabato 7 maggio a Collecchio (PR), Villa Soragna, all’interno del Parco Nevicati, ore 17 inaugurazione della Collettiva sul Vento, organizzata da Tiziano Marcheselli. Vi partecipo.
Lo stesso giorno (7 maggio), dalle ore 19.30, Aperitivo all’Altramarea di Via Bixio a Parma per incontrare gli amici. Porterò una scelta degli ultimi quadri. Thomas ci aspetta con dell’ottimo Traminer Aromatico, stuzzichini esotici e altri allettamenti.


Lo stesso giorno, 7 Maggio, si apre la mia esposizione a Trezzo sull’Adda (MI), via Sala 17, presso l’Hotel Trezzo. 
Sito de La Cantina Compagnoni. Per informazioni scrivere qui.


A Torino, IL SilSar, un ristorante unico: dà il ricavato per aiutare l’orfanotrofio swaili “Kituo chalise watoto yatima”. Il realizzatore di questa iniziativa è Domenico Raso.


Luisa Carrada, de il Mestiere di Scrivere lancia un appello per sostenere la straordinariamente bella iniziativa di Dueparole, giornale on line di facile lettura destinato a chi ha meno strumenti e possibilità, diretto dalla professoressa Emanuela Piemontese dell’Università di Roma. Da oggi Dueparole è nel mio network.


Dal 30 Aprile all’8 Maggio una edizione italiana del corso di evoluzione personale AVATAR si terrà a S.Zeno di Montagna sul Lago di Garda. Un’occasione per approfondire le capacità inerenti al saper creare la realtà
che si desidera. Contattare Gian Piero ROssi al 335.8495891.


L’amico Sandro Maffei ha pubblicato il suo primo libro presso le Edizioni Marotta. Si chiama “Culo di ferro“. Vedi QUI.


Sul Diario di Bordo, Libertà di Cercare, le informazioni per il Corso di Antonella Lucato, Il Corpo non mente, il corso di Astrologia Intuitiva di Rossella Alemanno, il libro Mai + dieta di Chiara Garelli, il Wool school di Graziella Marceddu e tante altre belle cose.


Se ti interessa ricevere il mio libro “Da qui a lì” puoi ordinarlo scrivendomi qui. Ti verrà inviato e ti verrà detto come pagarlo.


AVVISO. Sono un pittore filosofo. Mando questa newsletter ai miei amici e conoscenti. Se non la gradisci inviami una mail con scritto CANCELLA. Se ti piace e pensi che dei tuoi amici la gradirebbero, iscrivili al sito. Se stai ricercando e vuoi metterti in contatto con me, scrivi, telefona (338.3207062) e parla di te. I miei quadri li puoi vedere nella Galleria del sito: www.eugenioguarini.it. Vi sono segnalate anche le iniziative espositive


Il quadro: Anche questo è la mia storia. (acrilico su tela cm 100 x 100)

Eugenio Guarini
http://www.eugenioguarini.it

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