Categoria : Eugenio Guarini
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Io non parto da un dogma…
Santo cielo! Erano arrivati tutti, all’improvviso. Dopo due giorni di pioggia, il cielo si era aperto, sulla sera. E quelli erano lì, con lo sguardo deciso di chi vuol farti cantare. Erano gli Ontonauti. Gente che avevo messo al mondo con l’immaginazione. Che mi doveva aiutare a capire. Che mi doveva aiutare a immaginare il possibile.
E, ora, me li ritrovavo davanti, convenuti tutti insieme, con aria interrogativa. E Olga, Olga Ritter, in prima fila.
– Ci hai messo al mondo. Bene! Ci fa piacere girovagare nel tuo universo mentale. Sappiamo che abbiamo un compito da svolgere. E questo per noi basta. Ma è venuto il momento che tu ci dica a chiare lettere il tuo pensiero. Abbiamo diritto di conoscere le intenzioni del nostro creatore.
– Olga, io non parto da un dogma. Voglio dire, una dottrina, data per certa. Come si fa nella scienza, dopo gli esperimenti e i ragionamenti inconfutabili – fino a un certo punto. Tu lo sai, te l’ho detto fin dal primo momento. Io ignoro le meccaniche celesti. Su questi temi non ho scienza.
Bringen si fece avanti. Lui era il teologo della situazione.
– Dio si crede. E credere è un’arte da imparare. E tu, con quali pensieri arrivi a crearci come esseri di fede?
– Nell’ignoranza c’è da decidere un primo passo: Credere nei propri desideri o darli per persi, per inganni? La cultura realistica ci ha insegnato a credere a quel che si vede. Da questo punto di vista, pochi possono dire che i loro sogni sono veri.
Ma l’alternativa c’è. E consiste nel credere che i propri sogni sono più veri. E allora scatta il principio: credi e vedrai!
È una sorta di scommessa. Ma legittima. Legittimata dall’ignoranza consapevole.
– Imparare a credere! – disse Martha.
– All’inizio si pensa che credere consista in affermazioni e atti di volontà. Ma non si è ancora afferrato che credere è qualcosa di più. Assomiglia un po’ a quel che fanno gli attori veri: entrano nella parte, fanno come se fossero i loro personaggi. A un certo punto … lo diventano. E sentono in maniera nuova.
Dopo, stanno a vedere quel che succede, aspettandosi il meglio.
– E che succede? – Chiede Lucia.
– Succede quel che succede.
A me è successo che i miei desideri incominciavano a dare forma agli eventi e che gli eventi sembravano desiderare di prendere la forma dei miei desideri. Non senza inghippi, e giravolte, e passi indietro. Ma, nel lungo periodo, sì, succedeva proprio questo.
– E l’arte del desiderio? – chi era a formulare questa domanda?
– L’arte del desiderio è paradossale. Comporta una cosa difficilissima ma estremamente importante da apprendere. E non so neanche come dirvela.
– No, tu ci devi parlare dell’arte del desiderare.
– Allora comincerò con la parte più dolorosa. Il distacco.
L’arte del desiderare comporta l’apprendimento del distacco.
Poiché il distacco sembra proprio il contrario del desiderare, uno subisce una sorta di violenza. Sembra proprio un cazzotto in un occhio di chi desidera. Eppure, questo è un passo decisivo. È proprio necessario. Nessuno ve la venderà edulcorata questa pillola. E quindi, conviene proprio che facciate i conti con questa affermazione.
– Ma allora?
– Allora s’impara che, nel distacco, si desidera in un’altra maniera. Ed è questo il modo efficace di desiderare. E risulta anche il modo in cui si ottiene ciò da cui ci si è distaccati…
– E noi dobbiamo vivere questa faccenda?
– Se ci pensate bene, non avete scampo. Potete passare il resto della vita a coltivare risentimento per chi vi ha fatti in questo modo. E quello che ottenete lo conoscete già.
Oppure, potete buttarvi…
Sperando il meglio.
– E la realtà?
– Quando avete imparato a credere nei vostri sogni e a distaccarvene, cambiate atteggiamento anche nei confronti della realtà. Gli eventi voi li guardate con uno sguardo nuovo. Che vede in essi degli alleati, e delle opportunità, e degli insegnamenti. Voi potete seguirli, mentre pilotate la vostra barca in mezzo a loro. Un marinaio va avanti utilizzando la forza del vento e le correnti. Si riposa con la bonaccia e prende cibo pescando. Si orienta guardando le stelle e il sole. E gode della forza che la vita di mare gli inocula nel corpo.
La sera lasciava calare il buio sopra lo scenario in cui sostavamo. Appena in tempo per vedere il sorriso degli Ontonauti. E la luna sussurrava…
Belle Notizie
Il quadro: E la luna sussurra (acrilico su tela cm 100 x 100)
Eugenio Guarini
http://www.eugenioguarini.it
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