Aspettando un camper
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Aspettando un camper
Mi sveglio prestissimo anche oggi. Erano le 4.30! un’ora che sta diventando un’abitudine. Forse al corpo piace… chissà? Sto bene. ho acceso un po’ la caldaia per fare tepore. Il cielo è ancora nella notte, là fuori. Ed è così protettiva la luce calda della lampada, il computer acceso e la tastiera, qui davanti a me.
Mi sono fatto un buon caffè e ho letto la mail di Guido – una lunghissima mail…
Penso alla bellezza, al piacere, di queste passeggiate nel Canavese e all’opportunità che la vita mi ha regalato di avere una pagina tutta mia sul giornale. Era un sogno enunciato solo l’estate scorsa. E già realizzato. Già qui, tra le mani. Ma dunque?!
Il piacere delle parole, della scrittura, della passeggiata solitaria e meditativa, insieme all’opportunità di incontrare e comunicare pubblicamente! Una ricetta favolosa, per me.
Guardo fuori, nel buio, che da qui appare freddo e penso che tra poco avrò un camper. Mi domando come sarà, lì dentro, quando mi sveglierò, come adesso, prestissimo. Ci sarà il tepore? E questa meravigliosa possibilità di girovagare da una stanza all’altra?…
Sarà tutto nuovo. Sarà bellissimo. Anche quello – il camper – era un sogno. E tra 20 giorni… Ma dunque?!
Ancora non riesco a immaginarla nei dettagli, ma già mi chiama, questa vita itinerante, col e nel camper. Il portatile, la tastiera. Gli incontri nuovi.
Penso alla piccola Jana, a Bratislava. Certamente sta dormendo. Le mando una mail con un bacio e gli auguri.
Sento musica traendola da FB, soprattutto dalle scelte e dagli inserimenti di Claudia Ramponi, veramente attiva in rete. Colta. Fine scrittrice.
Ora comincio a guardare oltre questa camera e questo momento. Non indietro verso il passato. Non ho alcuna voglia di avere un passato denso e spesso costantemente dentro l’occhio. Preferisco essere come nato di fresco, mentre il cielo comincia a schiarirsi.
Essere grato di essere vivo e sognare, esplorando desideri e possibilità. Dunque, mentre l’orizzonte si accende di luce, esco da qui e ora e cerco il futuro.
D’improvviso compaiono tessere sprse di un puzzle che ancora non si è composto del tutto. La scrittura, sempre più fine efficace, bella, incantevole, penetrante, con cui amo quotidianamente un pubblico di amici. E poi la pittura, la nuova pittura, inventata durante il viaggio, ispirata dal viaggio, una pittura i cui contorni non sono ancora noti ma che già cerco con le ossa, con il midollo, con la pancia. E poi vedo gli incontri: gente viva, stimolante, giovane, con gli occhi accesi, l’entusiasmo delle persone. E vedo le ragazze, il gioco degli occhi, il dono sorridente con cui riscaldano il cuore.
E i paesaggi mai incontrati, il mondo nella sua vastità e bellezza. Terre altre, mari, monti, città. Il paesaggio incantevole del mondo, che mi è stato concesso di percorrere. E le riflessioni, i pensieri raccolti e annotati, con cura, con intimo piacere. Pensieri che mi hanno raggiunto e hanno danzato davanti ai miei occhi. Pensieri che hanno nutrito la mente, il cuore e che hanno rinnovato il piacere di essere vivo, presente, in questa bella fragile avventura.
Categorie: Eugenio Guarini