La strada

Titolo del quadro: Galassia delle Isole Incantate
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La strada


“Prendere il volo, come una farfalla che esce dalla crisalide…”. Quest’idea era lì ad aspettarmi quando mi sono svegliato. E non mi lascia stare: devo uscire.


Ci sono squarci tra le nubi e su Cuceglio batte un raggio di sole. Vado in quella direzione, parcheggio a San Grato e prendo la via dei campi, verso sud, raggiungendo il sentiero segnato che da San Giorgio porta al Santuario della Madonna delle Grazie e poi a Pianezze di Vialfré. Costeggio un vigneto piuttosto esteso, che ormai si sta tingendo di autunno, e sono in una pianura a prato che la pioggia di questi giorni ha rinverdito rapidamente.


Capisco che si tratta di seguire la spinta, disposto a lasciare la vecchia casa… E cerco di vestirla con le parole, per poterla vedere, questa spinta interiore.


Mi pare che mi stia portando, in pittura, a cercare forme espressive nuove. Forme che aspirano a diventare macchine per sognare o vie d’accesso all’altrove – come il quadro che ho allegato.
 
Provo a trarre ispirazione dai paesaggi che vedo attorno. Trasformo le colline a nord in una bozza sul mio notes. Poi mi cimento con un tratto del filare di alberi che costeggia la strada. Infine, lo scorcio di sentiero, qui, davanti a me, proprio nel punto in cui fa la curva, costeggiato dal muretto in pietra. Schizzi che mi piacciono abbastanza e penso trasferibili su tela. Ma non ancora…


Finalmente mi viene uno schizzo più astratto dove si abbozza una sorta di scala che si arrampica su un muro, oltre il quale si intravede una specie di paradiso terrestre…


Questo concetto della scala che consente di accedere all’Altrove mi piace. Penso che sia da sviluppare. Vorrei che i miei quadri fossero scale di questo genere.


La camminata resta la situazione euristica più feconda che conosca.


La Spinta è qualcosa di identificabile. La senti chiaramente. Non puoi sapere esattamente in anticipo dove e cosa…O meglio, il modo di sapere è proprio la spinta stessa, che sa riconoscere.


L’idea di Altrove e quella di Sogno sono al centro della mia ricerca. Credo che si sovrappongano largamente. L’Altrove rimanda sempre oltre il muro, il velo, e l’orizzonte. Ma come parte integrante del qui e ora. Il Sogno cerca di esplorarne il contenuto, e può farlo solo usando materiale del qui e ora, e provando a stirarlo con la fantasia. Il sogno cavalca metafore.


Le mani possono accorpare i frammenti di mondo in maniera strana, nella speranza di veder venire alla luce entità in cui bisogna credere perché troppo belle.


Il caso è la vera guida nella ricerca. Il percorso è risposta ad eventi casuali che vengono presi per messaggi personalizzati. Una finzione in cui bisogna credere (perché troppo bella, anch’essa).


Il metodo è la strada. Percorrendo la quale tu pensi e raccogli. Mentre arrivi da qualche parte nella geografia di questo mondo, arrivi da qualche parte anche dentro di te.



Il fascino e la dolcezza di queste passeggiate poteva arrivare solo – forse – con la vecchiaia. Prima ero troppo occupato con la libido. D’altra parte, queste campagne, i pendii, le colline, le macchie di vegetazione, le ombre umide, i guizzi di luce tra le fronde… sprigionano una loro sensualità, leggera e penetrante come un profumo.


Quando rientro, ho la soddisfazione del pescatore che ritorna con la cesta piena.


Notizie
Bruno Boggiogià ospite in questa nl, presenterà “Iter Divinus” nella Sala Consigliare del Comune di Pertusio in due serate: il 14 novembre e il 28 novembre alle ore 21.
Iter divinus” è il titolo del poema nella sua interezza delle tre Cantiche; la prima cantica, ha per titolo “Le Stelle dei doni”. In essa presento, nell’arco di 34 Canti, la mia peregrinazione nel, chiamiamolo così, primo regno dell’Aldilà. Il mio poema, a cominciare da questa Prima Cantica, recentissimamente pubblicata, è finalizzato ad ispirare una grande, meravigliosa speranza. La dinamica della vicenda ruota su episodi successivi che mi permettono di incontrare su quelle particolari stelle, chiamate “dei Doni”,   una lunga serie di personaggi che di questi doni sono testimoni illustri>>.


Ho scelto due e non una sola serata, per poter presentare l’opera in modo organico e sistematico, avvalendomi anche di un supporto in Power Point che ho opportunamente predisposto”.


Ilaria Gasperoni
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