Elogio delle nuvole

Il dipinto: In una parte molto suggestiva del bosco, acrilico su tela di cm 50 x 50.


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Elogio delle nuvole


Il giorno in cui l’ho incontrata, Sandra (ceramista di Castellamonte) stava fotografando le nuvole. Nella nostra chiacchierata, il suo discorso indugiava volentieri attorno agli oggetti (ma sono oggetti?) della sua attenzione: pieghe, fessure, risvolti.


Sandra è convinta che le cose non stanno come appaiono e che bisogna sollevare il velo, o la buccia della vita, per saperne di più.


Ieri mattina, per tempo, mi ha mandato un sms per segnalarmi un’alba speciale, che incendiava di fucsia un cielo agitato da un mistero di nuvole. “Cogli l’attimo”, diceva.


Ecco due ingredienti, dunque, che fanno parte di un approccio alla vita che riguarda anche me.


Il fascino delle macchie, o delle nuvole, guardando le quali con una certa attitudine della mente si possono scoprire strade che promettono un approdo desiderato – non si cela, forse, tra le pieghe delle nuvole l’oscuro oggetto del desiderio?


E la vigilanza agile del cuore pronto a scattare non appena si segnali un indizio possibile di ciò che manca. Anzi, la ricerca attiva e audace di tali segnali.


Nel dialogo di Platone (Il convivio), Socrate rivela di aver appreso da Diotima – una donna, dunque – una Scienza d’Amore secondo la quale Eros è figlio di Mancanza e di Intraprendenza audace.


Ed è forse questa una buona chiave per interpretare il fascino che esercitano  le macchie (e le nuvole) – o le pieghe, le ombre, i nascondigli, l’oltre la siepe… per l’artista – per chiunque sia animato da Eros.


Per la fame di conoscere tutto quello che c’è e che si sa è grande, ma a confronto, ciò che “manca” è immenso! E la fame di conoscere porta l’artista a desiderare di immergersi nella mancanza, divenuta così il vero potente oggetto d’amore.


Nella follia dell’Eros è ciò che manca a costituire la ricchezza.


NOTIZIE
Una bella cena con alcuni ceramisti di Castellamonte, alla Società di Filia.

Categorie: Eugenio Guarini