A ridosso della collina

A ridosso della collina. Stasera, dopo la conversazione con Lucia.


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A ridosso della collina


Ci siamo ritrovati su Facebook. E poi siamo andati su Skype con la webcam. Quanto tempo è passato? Non oso calcolare. Certo più di 20 anni.


Lei era lì con i suoi due bambini. La rivedo con quegli occhi grandi, neri, intelligenti e creativi. Gli stessi di allora.


Era una mia allieva. Le volevo bene. Conoscevo suo fratello, i suoi genitori. Si passava delle serate speciali a chiacchierare. Mi ha detto che canta ai suoi bambini, come ninna nanna, una canzoncina che avevo composto allora. Sono commosso profondamente. Vedo la commozione anche sul suo volto. Ma non ce lo diciamo. Riempiamo velocemente il tempo con le notizie che dovrebbero aggiornarci reciprocamente…


Un ondata del tempo, che viene dal passato, improvvisamente addosso. Una sorta di tsunami. Un brivido che ti attraversa da capo a piedi, procurandoti una sorta di tac.


Quando la connessione è chiusa e ti ritrovi qui, in questo studio, hai una sensazione di spaesamento.


Mi rendo conto che ho dietro le spalle un passato immenso. Non ho mai pensato a quanto passato ho dietro le spalle! Se mi arrivasse tutto addosso, sono sicuro che cesserei di esistere.


Per lo più io vivo nella dimenticanza. Sono tutto qui, e nei progetti cui sto trafficando.
Non sono mai stato un uomo dei ricordi.
Di solito non ho passato.
Ho difetti di memoria.
Sono nato col forcipe: avranno toccato qualcosa?


Da molti anni tengo un diario. Vi annoto le cose più importanti. Quelle che credo tali. Mi serve per farvi attenzione, ora. Il giorno dopo le ho già dimenticate.


Rileggo i miei diari a un anno di distanza. Rileggendo ricordo tutto, perfettamente. Lo vedo come in un film. Per lo più questa lettura mi fa venire in mente qualcosa da fare. La inserisco nel mio presente.


Mi ha sempre impressionato questa mia propensione a non avere passato.
Sento dire che la memoria è importante.
Sono tagliato fuori dalla dimensione della memoria.


E’ come se divoassi tutto il presente, lo digerissi a fondo e non restasse niente di passato. Mangio e non ricordo il menu.


Vivo a ridosso della collina, ma la facciata della mia casa è verso la pianura.
Comunque la si voglia prendere, questa è la mia realtà.
Ho gli occhi di uno nato ieri e nella pupilla un camper che aspetta il momento di salpare…

Categorie: Eugenio Guarini