Il senso della vita

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Il senso della vita


Se penso alla mia infanzia, la voglia di vivere – il gusto delle giornate trascorse nei boschi, a pesca, sugli alberi, fantasticando avventure di scoperta, caccia, lotta ed esplorazione – era già tutto lì, come l’acqua che sgorga naturalmente dalla fonte. E c’era un’eccitazione in quelle giornate in Toscana che ancora pulsa nel ricordo come misura precisa del piacere di vivere.


Allora non ero ancora filosofo. Ce n’era bisogno? E non mi facevo domande. Mi piaceva raccontare e fantasticare, perché tutto era straordinario, e il racconto celebrava come in una festa quello che era avvenuto.
Tutto era immediato e identicamente magico e reale.


La società, con le sue regole, e la buona educazione, non mi attirava più di tanto. In Toscana si era più Pinocchio che il Libro Cuore. Ed entrare nel mondo era un processo pieno di ribellioni e di sotterfugi, come Collodi sapeva. La vita selvaggia era sicuramente il luogo più consono all’istinto di libertà.


Ma poi bisognò farlo il passo. Con lo sforzo, con la costrizione.


Ma lo spirito d’indipendenza, di non appartenenza totale alle regole del gioco sociale, continuava a movimentare la mia anima, a tenerla sotto pressione.
E, piuttosto che un insediamento in ruoli sociali stazionari, iniziò un viaggio attraverso il mondo.
Un po’ per volta quella società, quell’organizzazione, che nei libri di scuola sembrava una geografia assestata e un must, diventò per me territorio d’attraversamento, paesaggio variegato in cui disegnare un viaggio.


Da adolescente scappavo da casa per andarmi a far prete, pochi anni dopo scappavo dalla chiesa per fare il rivoluzionario, un decennio più tardi abbandonavo il terreno delle lotte politiche per la via dell’artista…
Incoerenza? Ma neanche per sogno.


L’idea del viaggio – oggi dell’ontonauta – è diventata la metafora più calzante della mia libertà. L’importante per me è che in ogni tappa del viaggio io sappia trovare le cose giuste da fare, la gente da amare e da sostenere, l’apprendimento della vita che quella fase della vita riserva per me.


È importante seguire il proprio sentiero, dovunque ti porti. E sapere che non esiste nessun sentiero prestabilito. Il sentiero lo fanno i tuoi passi.


Vedi? Nel frattempo sono diventato filosofo…


CI SIAMO


Domani, primo di luglio, a conclusione della splendida mostra “Donne ch’avete intelletto d’amore“, sarò a Parma, al Luciferarts, per incontrare gli amici.


Nel locale (Strada delle Fonderie, 15/A) a partire dalle 21.30, Sangria dell’Amicizia.


 


ANTEPRIMA.


A Massa Carrara, presso La Mandragora, a partire dal 5 di Luglio, porterò una ventina degli ultimi quadri, per un’esposizione dal titolo “Ontonauti“. Rimarra in esposizione per tutto il mese di luglio.


 


Sono un pittore filosofo. Mando questa newsleter ai miei amici e conoscenti. Se non la gradisci inviami una mail con scritto CANCELLA. Se ti piace e pensi che dei tuoi amici la gradirebbero, iscrivili al sito. Se stai ricercando e vuoi metterti in contatto con me, scrivi, telefona (338.3207062) e parla di te. I miei quadri li puoi vedere nella Galleria del sito: www.eugenioguarini.it. Vi sono segnalate anche le iniziative espositive


Il quadro: Monica (ritratto)

Eugenio Guarini
http://www.eugenioguarini.it

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