Elogio di una follia

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Elogio di una follia.


La tua forza espressiva, diavolo! A volte bastano pochi tratti per capirlo. Hai una dannatissima forza espressiva. Quella è dentro di te. Si vede dai tuoi disegni. Si sente nel corpo.


Max, finalmente, si era messo a parlare. Magro, con la barba e gli occhi intristiti. Un giovane artista in crisi d’ispirazione. Ora partecipava alla campagna della raccolta delle cipolle o per piantare i pomodori. Forse cerca va nel contatto con la terra, con questo lavoro da bracciante agricolo, una scossa che può venire solo dal basso, dal profondo…


Il pittore pensava che il corpo è come il supporto materico la cui forma è la proiezione esterna e visibile dell’animo dell’artista, o dell’uomo, semplicemente. Qualcosa di simile ad uno schermo su cui l’anima proietta se stessa, rendendosi visibile. Ed è riconoscendosi in esso che l’anima riesce a sapere chi è e a sviluppare la propria consapevolezza. Un circolo, dunque.


Ma sono morto da anni – concluse Max, scotendo la testa – Più niente. Niente ispirazione. Sono fermo, inaridito. Cosa mi è successo? Come guarire?


Potrebbe essere l’effetto alienante del contatto con i canali ufficiali.
I canali ufficiali sono quelli del mercato dell’arte. Hanno una logica altra. Lì si tratta di vendere. Il mercante o il gallerista è interessato a quello. Dello sviluppo interiore dell’artista non gliene importa niente. E chiedendoti di fare 20 pezzi così e così perché a Melbourne si vendono bene, t’insinua una tentazione potente nell’anima.
Quello chiede dei pittori. Tu sei un artista. Il pittore è un tecnico che può dipingere su ordinazione. L’artista è un ontonauta, che esplora il suo universo e crea il suo mondo.


Bisogna vivere, però. E quindi vendere.


Questa è la sfida dell’artista. È in questa sfida che si fa forte – o muore.
Ma non si tratta di pennelli…
Entrano in gioco le virtù dell’uomo. Il coraggio, l’audacia, la resistenza, la capacità di perseverare, la passione, il sogno… anche di sfidare quello che sembra ragionevole.


Ernst, posando il bicchiere davanti a sé e fissandolo come se leggesse dentro il liquido giallo oro che conteneva, disse:


L’evoluzione ha subito un’accelerazione a partire dagli ultimi decenni del secolo scorso. L’attenzione è andata al mercato, all’organizzazione aziendale, alle istituzioni politiche e sociali. Solo da poco ci si rende conto che l’accelerazione evolutiva ha investito e sta scotendo quella che Alvin Toffler chiama la Psicosfera, il mondo interiore, i modi in cui uno cerca e crea la propria identità e il senso del suo approccio alla vita. Il mondo delle emozioni e dei sentimenti.


La psicologia ha un vocabolario e degli strumenti troppo limitati e grossolani per affrontare l’attuale evoluzione della Psicosfera. Tende a vedere malattia in ogni processo destabilizzante e a “normalizzare” tutto ciò che esce dagli schemi definiti. È come entrare nella galassia con automobili costruite per le autostrade. Qui ci vogliono astronavi e soprattutto esploratori, poeti, eroi, navigatori, ontonauti… Ci vogliono artisti.


Max sospirò: – Ma a chi si affida un ontonauta?


Virna era la teologa del gruppo, alle prese con una tesi in Filosofia delle Transazioni Spirituali, i suoi occhi turchini si accesero e, allargando le mani a ventaglio, disse la sua.


Negli ultimi tempi i nostri rapporti con Dio hanno avuto una ripresa interessante. Dopo essere stato ucciso perché accusato di aver impedito all’uomo di esprimersi e di essere, ha fatto capolino nella Psicosfera – al di fuori dei canali ufficiali – come sostegno della ricerca creativa. Si è svestito di tutte le teologie fastose che l’umanità religiosa aveva intessuto per lui e si è reso ancor più irriconoscibile. Si fa sentire come una Presenza Assente che regola i battiti del cuore e s’insinua nei sentimenti e nelle emozioni pulsanti. Si lascia chiamare in azione dall’immaginazione degli ontonauti, come Quello che Viene Pensato a Sostegno del Desiderio. C’è nella misura in cui la fede lo vuole. E ci si affida…


Max: Ma da dove comincia un ontonauta?


Virna: Dai desideri profondi, nel punto esatto in cui affiorano con le loro modalità non ancora dette. E vi guarda dentro cercando un segnale, deciso a seguire intrepido ciò che il desiderio indica mentre trova la sua trasparenza.


Pura follia! Di cui già si tessono le lodi.



NOTIZIE DI RETE.
Sabato l’inaugurazione al Luciferarts di Parma è stato l’incontro con tante persone vive e schiette, parlare insieme delle cose che contano, espressione di un forte desiderio di essere svegli e vivi.
Voglio ringraziare con mail personali tutti coloro che sono venuti a trovarmi e i tanti nuovi amici.
Nella Galleria del Sito (
www.eugenioguarini.it) ci sono alcune immagini della serata sotto la voce Luciferarts.
Un ringraziamento particolare a Claudia che è stata la regista splendida di tante nuove conoscenze e di tanta nuova amicizia.


La mostra al Luciferarts durerà fino al 2 di Luglio


Sono un pittore filosofo. Mando questa newsleter ai miei amici e conoscenti. Se non la gradisci inviami una mail con scritto CANCELLA. Se ti piace e pensi che dei tuoi amici la gradirebbero, iscrivili al sito. Se stai ricercando e vuoi metterti in contatto con me, scrivi, telefona (338.3207062) e parla di te. I miei quadri li puoi vedere nella Galleria del sito: www.eugenioguarini.it. Vi sono segnalate anche le iniziative espositive


Il quadro: Un desiderio così intenso da far male

Eugenio Guarini
http://www.eugenioguarini.it

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