Categoria : Eugenio Guarini
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La primavera vince l’entropia
In questo bel pomeriggio di primavera – dopo qualche ora dedicata alle pulizie di casa. Sì. La luce del giorno e la gioia spontanea della stagione si riverbera nella casa pulita dalle tue mani. Ed è tutt’uno con quello che avviene dentro – diciamo: nell’anima. Come, anche, quando cucini, per te o per gli amici. Quell’operosità sana, energica, sciolta, che parla da sola la bellezza del vivere. E del mettere al mondo gesti, cose, nutrimento, messaggi, che sono un dono, anche senza intenzioni particolari.
Un operoso muoversi verso qualche meta, qualche geografia desiderata, anche se non ancora conosciuta.
Perché dentro, ognuno di noi ha un “daimon” che lo sollecita con richiami non sempre facili a tradurre in parole, ma efficaci nel muovere gli umori e la macchina del desiderio.
Il mio, oggi, dice che il primo “dovere” di chi è stato messo in vita è di amare la vita. E che la gratitudine non è solo un sentimento, ma un modo di essere al mondo, una cura attiva dell’abbraccio della vita, del suo fluire, della sua ricchezza, della sconfinata banda delle sue sfaccettature, della sua grandezza, del suo mistero. Facendo tutto quello che c’è da fare e passando dovunque ci sia da passare, con la passione dell’amante, con coraggio, audacia, intraprendenza, e danzando, cantando, liberando intelligenza creativa.
Perché c’è entropia nelle cose, e senza cura, tutto scende verso il basso, tutto diventa grigio e s’ammucchia sul fondo. Ma la vita, così come si presenta ai nostri occhi, universi e organizzazioni complesse, quella meraviglia che gli scienziati chiamano evoluzione, conosce una forza maggiore dell’entropia, che ha portato il fiume come a scorrere in salita. E in ognuno di noi, oggi, ora, quella forza che vince l’entropia è passione, cura, intelligenza creativa, operosità gioiosa. Fiducia.
Arrivata in alto, nelle nuvole, l’acqua ricade verso il basso. Ma l’energia solare la risolleva in alto, evaporata, vincendo la gravità. E anche la linfa, nelle piante, risale il tronco, fino alle ultime propaggini, fino al confine che racchiude la vita già conquistata, e lo perfora con nuovi polloni, che si protendono oltre.
E il “daimon” ti chiama ad esercitare i tuoi talenti, con cura, passione, sicuro che da questo verrà nutrimento per te e che puoi farne il tuo dono migliore agli altri, alla vita. E penso all’effetto che i miei quadri già fanno sulle persone, sui miei amici, su coloro che li acquistano. E penso che questa follia di quadri che da sette anni metto al mondo, avendo trovato il coraggio e la fede per tentare, resteranno al mondo anche dopo che sarò morto, che mi sopravvivranno, che mi faranno sopravvivere nel tempo. E tutto questo mi colma di fierezza e mi rafforza negli intenti.
E il “daimon” dice, oggi, di essere qui, ora, e navigare. Ma di guardare in grande, di guardare largo, di uscire dalla piccola recinzione che già conosco, di allargare l’orizzonte, e di esplorare ancora.
In un bel pomeriggio di primavera, con la luce che filtra dalle tendine, e fa danzare i colori dei libri, i barattoli degli acrilici, il bianco piano del tavolo da lavoro, i volti delle mie donne ammucchiati alla parete, e rende accattivante la tastiera del computer, su cui suono questa piccola musica di grande gratitudine.
Sono un pittore filosofo. Mando questa newsleter ai miei amici e conoscenti. Se non la gradisci inviami una mail con scritto CANCELLA. Se ti piace e pensi che dei tuoi amici la gradirebbero, iscrivili al sito. Se stai ricercando e vuoi metterti in contatto con me, scrivi, telefona (338.3207062) e parla di te. I miei quadri li puoi vedere nella Galleria del sito: www.eugenioguarini.it. Vi sono segnalate anche le iniziative espositive
Il quadro: Desiderio intenso e conturbante.
Eugenio Guarini
http://www.eugenioguarini.it
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