Aprire le porte del cuore

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Aprire le porte del cuore.


Mi sono sentito un po’ ubriacato dal successo questa sera.
Il che fa ridere. Mi fa ridere. Voglio dire, che sono proprio io che rido di me. Di quei pensieri scemi che ho ospitato. O che mi hanno portato in giro. Una sorta di breve crociera nel paese degli sbruffoni. Sbruffoni testa di lardo.
Sì, spero proprio che ad ognuno di voi sia capitato di provare questi momenti di scemenza, più che follia, dove credi di essere diventato chissacchi, solo perché… Spero che sia capitato ad ognuno di voi, per non provare troppa vergogna. E d’altra parte, ora non mi vergogno più. Rido di me. Rido di questo breve sketch televisivo…


Dev’esserci qualche grillo parlante, nascosto tra i libri dello scaffale, e non ho nessun martello da scaraventargli addosso. Ma il naso lungo ce l’ho. E me lo vedo nello specchio.
Conosco bene il mio modo abituale di scivolare dentro l’autocompiacimento. Per piccoli passi progressivi, come se niente fosse. A ritmo di swing, con due o tre giochi di parole, capitati quasi per caso. E zacchete, ecco che ho smesso di giocare, e, al posto dell’innocenza, l’incongruente corpo calloso dell’anima gradassa. Finché la puzza arriva al cervello.


No, volare non è quello.
Per volare bisogna essere leggeri. Non bucati.


E la leggerezza, a me, arriva sempre solo da quel giusto posto, nel cortile di casa mia, da cui guardo il grande fiume che scorre e io c’immergo il dito dentro. È solo la questione di un dito. Un piccolo dito immerso nella grande corrente. Tutto lì.


Uno dei segnali più convincenti che sono scivolato nel torbido del compiacimento serioso è che non provo più meraviglia. Tutto là fuori sembra impallidire di banalità. La magia e l’incanto evaporano via. E io mi ritrovo una cosa densa, tra cose dense, che fanno solo ombra. Un’ombra collosa come un cicles pestato, filaccioso tra la suola della scarpa e l’asfalto della strada.


Però ecco che mi sono scosso.
È stato il ricordo di un altro profumo, ancora vivo nelle narici, a far scattare l’allarme. E un gesto della mano, come quando si caccia via una noiosissima zanzara. E ora rido. E scuoto la testa.
E tutto ritorna magico. Cazzo! Leggero.
Ah, sì, Guarini – mi dico – Così, così… Questa è la direzione.


Vernissage all’Holiday In di Moncalieri. Venerdì ore 18.00
Invito i miei amici dell’area torinese a venire al vernissage, offerto dal Direttore dell’Holiday Inn di Moncalieri.
L’incontro è fissato per le 18.00
L’Holiday Inn è in Strada Palera 96, nella direzione che da Moncalieri porta a Villastellone, subito fuori dello svincolo per Moncalieri per chi viene con la tangenziale (segnalatissimo).
Il telefono dell’Hotel è 011.6477801
PS. Un grazie a Luigina che si prende cura dei miei quadri nell’Hotel.


Sono un pittore filosofo. Mando questa newsleter ai miei amici e conoscenti. Se non la gradisci inviami una mail con scritto CANCELLA. Se ti piace e pensi che dei tuoi amici la gradirebbero, iscrivili al sito. Se stai ricercando e vuoi metterti in contatto con me, scrivi, telefona (338.3207062) e parla di te. I miei quadri li puoi vedere nella Galleria del sito: www.eugenioguarini.it. Vi sono segnalate anche le iniziative espositive


Il quadro: Aprire le porte del cuore.

Eugenio Guarini
http://www.eugenioguarini.it

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