A che serve?

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A che serve?


Sono appena rientrato dal fiume.
È un po’ di mattine che vado con l’arco e le frecce a giocare a “lo Zen e l’arte del tiro con l’arco”, prima di cominciare le attività.
Curiosamente è vero: quando non ci penso troppo e lascio il corpo allinearsi e scocco la freccia con fiducia, faccio centro. Lo sbaglio è nell’indugiare, preoccuparsi, cercare di controllare ragionando… Mi sembra che Robin Wood dei cartoni animati si comporti proprio in questo modo.


Il sole, giovane e fresco, investiva radente i ciottoli sulla sabbia, e ne proiettava verso ovest un’ombra lunga e gioviale. I ciottoli del fiume, la loro rotondità aggraziata, mi hanno sempre stupito. Sembrano leggeri nella luce del mattino.


Pensavo alla giornata di ieri. È stata un travaglio faticoso. Le donne incinte sanno cosa può voler dire. Ti senti gonfio e stranito. Ma alla fine, tutto appariva naturale, fisiologico. Alla fine, dopo il parto.
Ne è uscito il quadro che allego alla newsletter. Non è bello, gioioso, leggiadro, colorato, energico, fresco, danzante?
Ieri sera ero stremato. Ma la cosa era fatta. Era riuscita. Tutto bene, dunque.


E altri pensieri.
Per esempio, davanti ad un arbusto di gaggia, spuntato per caso, in prossimità della riva, con le foglioline giovani e cinguettanti a questa sorta di brezza che mi piace tanto e che rinfresca la mente, mi viene da chiedere: “E tu che ci fai? A che servi?”.
I germogli, che facevano capolino, nel verde più timido della loro sorpresa, carezzati delicatamente dalla luce bambina, m’intenerivano alquanto.


E perché dovrebbero “servire” a qualcosa? Non potrebbero essere qui semplicemente per godere la stagione della vita?


E subito dopo mi veniva in mente questa immane operosità di noialtri, umani, nelle fabbriche, negli uffici, nel traffico quotidiano, sulle linee di comunicazione, nei luoghi di riunione e di progettazione… E pensavo allo stress che tutti lamentiamo, alla tensione continua che segna le nostre giornate.
Abbiamo forse dimenticato qualcosa? Ci stiamo perdendo qualcosa d’essenziale?


Si lavora solo per ottenere obiettivi, per raggiungere scadenze? Operiamo sempre per qualcosa d’altro? Quello che facciamo è solo perché “serve” a qualcosa?


E mi viene in mente la scena dei bambini che giocano sulla sabbia, in riva al mare. Un’operosità incessante, ma in stile ben diverso. I castelli, le città, i porti che costruiscono, armati di secchiello e paletta. E le favolose immaginifiche avventure che ospitano le loro costruzioni operose.
Ecco, mi dico, di fatto, trafficare, operare, è un piacere, è un gioco. È una modo di godere la vita. Forse è di questo che mi scordo spesso – ma non troppo. Di lavorare semplicemente perché è piacevole e giocoso essere operoso. Non solo in vista di qualcos’altro.


Pensavo al piacere di lavorare nel mio studio atelier, alla gioia di tracciare le mie mappe mentali, i miei progetti con pennarelli colorati, di appendere post alle pareti, alle numerose bacheche che ho piazzato sui muri. Con la musica di sottofondo. Ecco un buon modo di lavorare: giocare.
Lo stile di lavoro è la dimensione in cui recuperare questo piacere di essere al mondo operosamente.
E, come nel tiro con l’arco e lo Zen, in maniera immediata, senza arrovellarsi troppo il cervello, affidandosi all’intuito, alle emozioni, alla fantasia, alle emozioni d’essere vivi.


E mi piaceva pensare che nello stile di lavoro una persona esprime se stesso, il proprio rapporto con la vita, non meno, forse più, che negli obiettivi a breve, medio e lungo periodo che si propone di perseguire.


Vernissage all’Holiday In di Moncalieri. Venerdì ore 18.00
Invito i miei amici dell’area torinese a venire al vernissage, offerto dal Direttore dell’Holiday Inn di Moncalieri.
L’incontro è fissato per le 18.00
L’Holiday Inn è in Strada Palera 96, nella direzione che da Moncalieri porta a Villastellone, subito fuori dello svincolo per Moncalieri per chi viene con la tangenziale (segnalatissimo).
Il telefono dell’Hotel è 011.6477801
PS. Un grazie a Luigina che si prende cura dei miei quadri nell’Hotel.


Sono un pittore filosofo. Mando questa newsleter ai miei amici e conoscenti. Se non la gradisci inviami una mail con scritto CANCELLA. Se ti piace e pensi che dei tuoi amici la gradirebbero, iscrivili al sito. Se stai ricercando e vuoi metterti in contatto con me, scrivi, telefona (338.3207062) e parla di te. I miei quadri li puoi vedere nella Galleria del sito: www.eugenioguarini.it. Vi sono segnalate anche le iniziative espositive


Il quadro: All’aperto, piena primavera.

Eugenio Guarini
http://www.eugenioguarini.it

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