Positivi a tutti i costi?

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Positivi a tutti i costi?


Liberare la melanconia dal destino di tristezza sterile a cui la si condanna. Liberarla e farne una fonte d’ispirazione. La più bella musica jazz cosa sarebbe senza melanconia? La melanconia va suonata, cantata forse, espressa in una maniera straordinaria. E diventa ricchezza della vita, allargamento del cuore, abbandono grandioso al mistero dell’esistenza.


Essere positivi a tutti i costi?
Ma come sono aridi questi esseri positivi tutti concentrati sul successo. Non vedono altro attorno alla loro marcia trionfale. Sono capaci d’amare? Di essere amati?
Nell’amore c’è sempre melanconia. Per quello che s’intuisce potrebbe avvenire e che irrimediabilmente non avviene. Una sorta di contraddizione della vita. Forse allusione a qualcosa d’altro, senza di cui la vita stessa diventa ad un’unica dimensione: povera.


Se mi vedo con il mio pianoforte a coda, m’immagino in una grande sala, da solo, che do libero sfogo a tutta la melanconia che mi porto in corpo.
Giovanni mi fa notare che le mie donne sono melanconiche – ed è parte del loro fascino. Le mie donne si accordano il permesso di provare la propria melanconia. Non obbligano più a sorridere in ogni circostanza per blandire il cliente, come devono fare le cassiere del Supermercato. Lasciano liberi – e perfino fieri – di provare melanconia.


Perché demonizzare la tristezza, la nostalgia, la melanconia, il dolore dell’anima, l’inquietudine d’essere vivi? Perché renderli una patologia? Questi sentimenti racchiudono le domande più dense d’umanità che ci portiamo dentro.
Voglio il successo, voglio fare fortuna, ma da uomo completo, non decurtato dei miei sentimenti più filosofici.


La melanconia mi dice che la vita è fragile, appesa ad un filo. E la bellezza delle mie imprese nasce dal coraggio di esistere e di cercare con la consapevolezza di questa fragilità.


Non una ricetta contro la melanconia, dunque, ma l’arte di dirla in musica, di farle partorire quella grandezza che porta in grembo. Perché questa grandezza è molto umana, è l’umanità stessa sentita con la profondità del cuore.
È abbandono al mistero dell’esistere.
È la base della reciproca compassione con cui ci accompagniamo per via.


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Il quadro: Nostalgia di averti dentro.

Eugenio Guarini
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