La Verità è una Brutta Notizia?
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Il quadro allegato: Pensieri, acrilico su tela, cm 100 x 100, realizzato a colpi di grande spatola.
La Verità è una Brutta Notizia?
Non voglio parlare di te. La piaga è ancora sanguinolenta. Il dolore è troppo acuto per meditare. Il risentimento è troppo forte per apprendere una qualche lezione dagli eventi. Hai scoperto che lui ti tradisce da tempo e sei andata a fondo alla faccenda, investigando segretamente fino ad avere le prove e i dettagli di ogni cosa. Il resto del tempo lo passi a immaginare forme sottili e crudeli di rappresaglia e vendetta.
Voglio parlare per me – a partire da questa storia – e sul perché ho lasciato perdere quella passione giovanile che avevo per la verità. Ripiegando sulla vita dell’arte e dell’immaginazione.
Nella tradizione dell’Occidente la verità è dire ciò che è.
E, prima, naturalmente, scoprirlo.
La verità – come stanno le cose – è il risultato di una conquista: la conquista di un’indagine.
L’amico della verità nasce come investigatore. L’ispettore non è il personaggio creato dalla letteratura poliziesca negli ultimi tempi, ma il prototipo del cultore della verità fin dall’inizio.
E l’ispettore finisce inevitabilmente per scoprire un crimine.
C’era un’altra possibilità.
Era forse inclusa nei primi passi della filosofia.
Che la verità fosse semplicemente ciò che è e che l’apparenza fosse semplicemente l’apparire di ciò che è, di come stanno le cose.
Ma quest’ipotesi innocente non ha retto la prova della cultura.
Ha vinto l’altra ipotesi: che l’apparire fosse un inganno, un’illusione, una maschera, un velo da sollevare…
L’idea che la verità (come stanno le cose) vada scoperta sprigiona nei secoli il suo fascino maliardo. Trasforma scienziati e filosofi in investigatori arguti e audaci difensori di una dignità umana vulnerata dal fatto che la vita risulti fin dall’inizio un inganno.
Come tu hai scoperto e dimostrato il tradimento dell’uomo che hai amato, i filosofi – quelli più coraggiosi, critici e spregiudicati – hanno smascherato progressivamente il tradimento della Vita stessa. In un modo o in un altro, hanno mostrato che quella Vita che noi amiamo è una fregatura. Che l’uomo è una passione inutile.
È forse plausibile che un destino comune leghi la ricerca della Verità dei filosofi alla ricerca della verità del giornalismo – che occupa uno spazio decisamente più rilevante nella moderna ricerca della verità. Il risultato è quasi sempre lo stesso: che la verità è una brutta notizia. Le notizie sui mass media sono al 99 % delle brutte notizie.
Nietzsche ha identificato la figura del Risentimento come qualcosa che attraversa tutta la cultura dell’Occidente. Ha intravisto dietro la ricerca delle cause che segna l’esercizio dell’intelligenza scientifica la volontà di trovare colpe e colpevoli.
Al termine di questo immane esercizio di intelligenza inquisitoria sembra destino scoprire il Tradimento e l’Inganno.
“Dio è morto, l’economia è in crisi, e anch’io non mi sento tanto bene…”
*
Mi sono domandato tante volte se non fosse possibile sfuggire a questo destino. Ho lasciato che la domanda si espandesse negli spazi dell’anima.
La via dell’arte è in qualche modo l’alternativa che si è venuta costituendo in risposta a questa esigenza.
Quanto si può reggere di fronte alla conclusione che la Verità è una Brutta Notizia?
Ecco invece UNA BELLA NOTIZIA.
A PIANORO (Bologna)
Sabato prossimo – 2 dicembre – Inaugurazione della mia Personale a PIANORO (Bologna), Via Nazionale, 130, ore 18.00.
La mostra dura dal 2 al 14 dicembre con il seguente orario: 9.00 – 12.00 e 17.00 – 19.00, dal lunedì al sabato
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