poesia dove
Villeneuve è un acrilico su tela di un metro per un metro. Appartiene alla serie dedicata alle città invisibili, luoghi della mente e dell’immaginazione, dove sostare è spesso poesia.
Guarini Pensiero
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La poesia, per noi, deve fare i conti con le bollette da pagare e le cattive notizie del telegiornale.
Non è sminuita da questo contatto con la prosa quotidiana, piuttosto ne viene esaltata, anche se è necessario uno scatto nervoso del cervello per elevarsi di prospettiva.
E l’arte non sosta nelle opere appoggiate ai piedistalli vellutati di rinomate gallerie quanto nei mazzetti di fiori colorati con cui abbelliamo, nel giorno di mercato, la modestia pulita dell’alloggio il cui affitto stentiamo a pagare.
O nell’occhio innocente e meravigliato che osserva il brusio fluente che popola la metropolitana nelle fasce orarie degli uffici, nelle nostalgie improvvise che ti visitano mentre sali in ascensore ai piani alti del centro direzionale, nello sguardo pungente che ti trafigge il cuore un istante mentre fai la coda alla cassa del supermercato.
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