Al Meleto di Gozzano
Il quadro s’intitola “Spaccatura”. Tendo a vedere nelle pieghe, nelle linee di contatto, nei risvolti del terreno, come delle linee di forza, come tracce di un gesto energico, che si apre la strada verso altro, inseguendo un sogno…
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Al Meleto
L’ho incontrato al Meleto di Gozzano. Ci passo cento volte davanti a quel cancello. Immancabilmente chiuso. Con il cartello che scoraggia il visitatore “Visite temporaneamente sospese”… Oggi era spalancato e dal giardino prospiciente l’edificio saliva al cielo – nuovamente terso – una colonna di fumo. Stavano bruciando foglie secche.
Mi sono avventurato dentro e l’ho visto, ci siamo visti. Si chiama Sergio, ha superato i settanta, capelli bianchi incorniciano un volto disteso, energico. Compare anche sua moglie Anna, che sta staccando escrescenze secche dai filari di vite. Si parla.
Ha girato il mondo, e ora si occupa di tenere in ordine il sito gozzaniano. La conversazione ci avvicina. Ci sono delle affinità tra di noi. Mi fa un discorso piuttosto convinto sul fatto che dopo la morte non devi aspettarti niente. Il buio. Ha la faccia di uno che ama la vita, gode della bellezza, si emoziona davanti alla pittura.
A conclusione del discorso, inaspettatamente, viene un elogio dell’immaginazione, della fantasia. Un attività che uno si può concedere senza doverci pagare le tasse – almeno, per il momento. Come camminare e respirare l’aria buona di questa giornata.
Ecco! Ha descritto perfettamente la vita dell’arte come la sento io. Come respirare, come camminare, come fantasticare, come immaginare. Tutto gratis. E mi sembra significativo che questo si presenti, anche nelle parole di Sergio, come il nostro modo di fronteggiare la sfida della morte.
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Le foto dell’incontro con Sergio e Anna qui.
Categorie: Eugenio Guarini