Eloge de l’ombre

Eloge de l’ombre


nella foto: Tania (foto scattata da Renata Busettini)


 


Il desiderio di mettermi a nudo, la curiosità di essere vista nuda – sono queste le sue parole. So che devo spiegarmi. Mi si conceda, dunque, una digressione che ha i suoi tempi.


 


Forse 20 anni fa abbiamo abitato nello stesso condominio. Lei era una bambina su una carrozzella. Suo padre, pazientemente, ogni santo giorno la sistemava con cura su una Fiat Ulisse adeguatamente attrezzata per portarla a scuola. Adesso ha trent’anni. Mi ha detto il nome della sua malattia – Non mi piace chiamarla malattia poiché, per quante precauzioni renda necessarie e per quanto appesantisca il mio vivere quotidiano, è semplicemente parte di me, mi definisce dall’interno… – Lo sento per la prima volta: Amiotrofia spinale ed è dovuta a un difetto genetico. E poi, a parlare con verve di questa loro impresa. Un desiderio di spogliarmi, la curiosità di essere vista nuda


 


Ci siamo incontrati alla presentazione del libro di una comune amica qualche settimana fa. L’ho voluta vicina, con la sua carrozzella. Gli occhi grandi, intelligentissimi, il volto truccato con cura, emana un fascino non indifferente. Con lei, Margherita, pittrice, fotografa, apprezzata restauratrice di dipinti… Amica e partner di questa avventura…


Mi accennano a qualcosa che stanno orchestrando. Voglio sapere di cosa si tratta. E combiniamo una cena assieme in un locale del Quadrilatero a Torino.


 


Il giorno dell’appuntamento, assisto alla procedura per caricarla sul furgoncino, dotato di carrello elevatore. E poi, parcheggiata l’automobile in Piazza della Repubblica, l’accompagno lungo il percorso fino all’indirizzo del locale. E’ tutto molto semplice, quasi scontato. Se non che i marciapiedi e gli attraversamenti non vanno a nozze felicemente con la carrozzella e i due grossi gradini del locale rappresentano un intoppo non indifferente. Tania pesa solo 35 chili. Ma la carrozzella su cui è sistemata, perfettamente dotata dei comandi per spostarsi, ne pesa 100.


 


Ma siamo nel Quadrilatero – che è pieno di gente. Dopo cena mi associo al progetto fare un giro in mezzo alla folla per distribuire la cartolina con l’invito alla mostra. Nasce in maniera del tutto spontanea – ma una buona bottiglia di dolcetto ha dato il suo contributo – una sorta di Kermesse multilingue per avvicinare persone cui porgere l’invito:  coppie disinvolte, giovani ragazzi atletici dalla testa rasata, signore eleganti con l’aria intellettuale, auto di passaggio con il finestrino aperto…



Tania è radiosa. Non si perde una scena e non esita ad indicare le sue preferenze in fatto di giovanotti da accostare.



La mostra si chiama “Eloge de l’ombre”, la cartolina ha un disegno suadente, vagamente erotico. Il catalogo della mostra, con il testo scritto da Tania, regala fotografie di rara bellezza (scattate da Margherita). Si inaugurerà a Verbania il 5 luglio prossimo.


 


Qualche giorno dopo, la vado a trovare a casa sua e mi mostra quella stanza che poteva essere la sua prigione, ma che non è riuscita a rinchiudere la sua mente, non le ha impedito di vagare oltre ed esplorare gli spazi liberi del pensiero e dell’immaginazione.
Mi mostra una foto alla parete. Tania vi giace, completamente nuda, morbidamente e sensualmente adagiata su una coltre rossa come il colore del sentire intenso. Se mi fossi aspettato di vedere un corpo deforme, pietosamente esposto alla compassione dell’osservatore, sarei rimasto deluso. Il corpo di Tania incarna senza ombra di dubbio la bellezza sensuale.



Tutto è cominciato da questa foto – mi spiega – Margherita è riuscita a trovare la prospettiva giusta che consentisse alla bellezza – alla mia bellezza – di apparire.
In quel momento ho capito che la prospettiva da cui si guarda – o si è guardati – è determinante per il giudizio estetico – e non solo.



Questa foto ha consentito che nascesse una storia d’amore. Ho potuto vivere questa esperienza che ognuno desidera vivere, almeno una volta nella vita.


 


Guardo quegli occhi grandi e scuri e mi accorgo del grande apprezzamento che provo nei confronti di questa ragazza dalla personalità ricca e dalla mente acuta.
Provo a immaginare la sua lotta, il suo lavoro quotidiano per non lasciarsi risucchiare dalla sindrome della vittima, dal destino di marginalizzazione che incombe sui disabili di ogni tipo. Ma sono le sue parole a scuotere il buonismo da cui sono tentato.



Ho scoperto come si fa a piacere – mi dice – e così mi sono costruita delle relazioni, delle comunicazioni. Sono anche fortunata perché nella mia disabilità ho un volto bello, ho un corpo dotato di una sua armonia. Ho lavorato sulle mie risorse, avendo compreso quanto un aspetto piacevole aiuti a farti percepire positivamente.
Ho acquistato disinvoltura e immediatezza nel rapporto con il mio corpo. Ho meditato su ogni frammento di sensazione che riguardasse il corpo. Il corporeo è diventato il sacramento di ogni pensiero, emozione e di ogni comunicazione mentale, spirituale, emozionale.



Ed ecco da qui nascere, progettata insieme a Margherita – che ha saputo vedermi nuda da una prospettiva giusta – questa mostra in cui la meditazione sulla fugacità della vita, il bisogno, costantemente vanificato, di solidità e di senso,  e soprattutto le sensazioni del corpo colte nel momento in cui si fanno domande, parole, scenari… trova una intensa e convincente espressione.



Abbiamo voluto una villa sul Lago Maggiore per questa esposizione ed abbiamo trovato la Villa Bernocchi a Premeno, un po’ sopra Verbania.



Scommettiamo molto di noi in questa esposizione. Vi abbiamo ancorato dei sogni audaci.


 


Osservo alcune delle foto che Tania mi mostra in anteprima. Poi la chiacchierata si conclude. Mentre ritorno a casa, penso ai nudi che ho visto e che ho dipinto nella mia decennale esperienza di pittore. Per lo più sono nudi fieri della propria nudità vitale, energica. Sono espressione schietta di un diritto ad essere quello che si è.


Nei nudi di Tania c’è qualcosa che altrove non ho visto. Certamente c’è la giusta prospettiva che Margherita ha saputo trovare per lo scatto. Ma credo che ci sia qualcosa di più. Qualcosa che allude all’intensità personale di questa giovane donna in carrozzella, dagli occhi grandi e intelligenti, la cui mente ha saputo passare attraverso le quattro mura che potevano diventare la sua prigione e dare espressione a se stessa molto oltre i confini in cui ci riesce la media delle persone.


 


È per vedere questo che merita andare a visitare la Mostra.



Eloge de l’ombre, di Tania Bocchino e Margherita Riccardi, Dal 5 al 13 luglio, tutti i giorni dalle 16 alle 22, Villa Bernocchi, Premeva, Verbania.
Contatto: Tania: 340.6832649 Margherita: 349.5780789 .

Categorie: Eugenio Guarini