Dal Pian dei Lupi

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Il quadro, gustoso e ironico, s’intitola “Vita di coppia”.



Dal Pian dei Lupi


Alle cinque, stamani, si capiva già che la giornata – finalmente! – sarebbe stata sole!. Dopo due mesi di piogge, qui, era tutto eccitazione. Ho afferrato il mio grosso tamburo e sono salito al Pian dei Lupi, sopra Sant’Elisabetta, proprio nel punto dove partono i parapendio.


Le mani rimbalzavano sulla membrana, assecondando ritmi del tutto spontanei. Gli occhi perlustravano intorno la pianura padana. Verso sud ovest il Monviso e le Alpi perfettamente nella luce. A est una nebbia densa e bassa stendeva una trapunta spugnosa sopra il Vercellese e l’Alto Astigiano.
Come se fosse l’inizio dei tempi. La testa stordita nella luce abbagliante. La meraviglia come respiro.


Guardando giù, pensavo che noi umani siamo animali veramente interessanti. Possiamo essere completamente assorbiti dai litigi condominiali, dai risentimenti del partner, dall’irritazione per le tattiche dilatorie di un cliente che non paga… Possiamo impuntarci su un frammento dell’esperienza e farne un pianeta immenso e soffocante. Oppure, possiamo allontanaci, zoomare all’indietro, creare distanza e osservare noi stessi, nel contesto – come da un punto lontano a piacere nel cielo.


Dal Pian dei Lupi mi sembrava che due cose attirassero la mia attenzione: la prima è l’operosità ingegnosa di noi animali umani. Sempre in movimento, sempre a trafficare, nel privato e nell’azienda, nel traffico, nel trasporto, nella comunicazione, nell’intrattenimento… Il formicaio sembra una metafora appropriata, o l’alveare, con il suo brusio…
Tutti gli animali sono in continuo movimento, ma noi abbiamo qualcosa di affascinante che ci caratterizza: direi che siamo votati a (e dotati per) la tecnologia. Inventare la scienza, applicarla nella tecnica, farne uno strumento sempre più sofisticato e rendere possibili cose che un tempo potevano essere pensate solo come miracoli, ecco cosa si vede da lassù, dal Pian dei Lupi.
Con tutte le critiche che si possono fare alla società industriale e tecnologica, noi siamo votati alla tecnologia perché sogniamo da sempre di volare, parlare a distanza, muoverci velocemente nello spazio, creare ambienti servizievoli per i nostri bisogni e desideri.
Sembra a prima vista che la tecnologia sia sollecitata da intenzioni commerciali, concorrenza e opportunità di profitti. Ma più profondamente ancora io credo che siano i nostri sogni millenari a spingerci a ricercare e inventare tecnologia sempre più sofisticata ed efficace. Niente fermerà la ricerca e l’invenzione di strumenti che realizzino i miracoli che invochiamo.


La seconda cosa che vedevo dal Pian dei Lupi era il piacere che abbiamo di contemplare, di vedere, di assistere allo spettacolo della nostra stessa vita. Lo spettacolo della natura, il non meno sorprendente spettacolo delle strutture civili, e lo spettacolo infinito e intrigante delle storie umane. Come se noi fossimo al contempo i protagonisti e gli spettatori del nostro viaggio attraverso la vita.
Quando sono al Supermercato, o nelle vie cittadine un sabato pomeriggio, in un luogo affollato, insomma, mi viene in mente che ognuna di quelle persone ha la sua storia. E provo un senso di sbigottimento. Vedo il mondo come un brulicare di storie. E cerco di leggere sui volti tracce di queste vicende. Vorrei vederle come in uno schermo televisivo. Confrontarle con le mie storie. Lasciare che ne scaturisca qualcosa in termini di comprensione…


E vedo che ognuna di quelle persone sa non solo di sé ma anche di ognuno degli altri. Come se facessimo tutti parte di un unico sapere, di un’unica consapevolezza: un mosaico di consapevolezza le cui innumerevoli tessere si stanno progressivamente avvicinando e toccando come se fossero spinte da una forza segreta a comporre un’unità.


E allora, sul Pian dei Lupi, non mi sembra di essere solo. E le mie piccole e poche cose, trovano posto in un cantiere di proporzioni gigantesche che sta trafficando e pensando e studiando e inventando per muoversi in una direzione comune di cui i nostri desideri sono come una sorta di segnale…

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