Sax
Il quadro: Sax, dedicato alla mia amica Chiara G., che canta jazz.
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Sax
Sai cosa ti dico, Franci? La parola rassegnarsi non mi piace affatto e credo non piaccia a nessuno. Anche se, a un certo punto, quasi tutti la fanno coniugare con la saggezza.
La cosa capita – credo – quando ti senti debole – o vecchio. E questo la rende sospetta. Perché non c’è cristo che sentendosi l’energia addosso come un torrente in piena o una sorgente di montagna, parli di rassegnazione.
Forse si tratta di accettare le cose quando capitano. Ma non prima. Non troppo prima. Non ogni volta che senti difficoltà a tirare la carretta.
E poi, oltre l’energia, c’è anche quest’altra cosa: la libertà di dire di fare di muoversi di agitare le braccia così come ti viene. Di pensare e di parlare così come ti detta dentro, fidandoti degli spiriti misteriosi che ti abitano, e lasciando che ti inducano a mettere al mondo cose parole pensieri e gesti che lascino impronte.
E non vorresti essere al centro di un giardino fiorito? E non vorresti viaggiare per le strade del mondo con una bisaccia piena di sementi e spargerli a destra e a manca? Lasciando in questo modo traccia di te? E non ti piace forse l’iniziativa di coloro che vanno a seminare e piantare i terreni abbandonati nelle città, i luoghi marginali, gli spazzi periferia del nostro vivere civile?
Ho visto Mario andare in giro col cappellino da corridore, per raccogliere notizie e confezionare il suo settimanale: sembrava ringiovanito di dieci anni. Se l’è inventato lui questo lavoro. È come il prezzemolo, come gli odori, il basilico, l’aglio fresco, la mentuccia… dà sapore alla vita movendosi nel grande minestrone.
E la Tania, sulla sedia a rotelle, sempre ben truccata e con le unghie fatte? Non è prezzemolo e profumo anche lei? Frequenta biologia ma forse passa ai beni culturali. E chissà cosa combinerà…?
Franci, essere parte di questa vita mi fa impazzire. Ci sono così tante cose che a volerle gustare davvero ci si inchioda. Si è costretti a correrci sopra, lasciano all’immaginazione e al sonno la cura di masticarle e digerirle.
E oggi, mentre tornavo dal supermercato, mi veniva in mente che forse per godere davvero di questa miriade di piccole cose che ci riempiono la vita, bisogna imparare a rinunciare all’Infinito e al Tutto. Per sostare un po’ su ogni cosa attraversa la nostra strada, per avviare un po’ ogni desiderio che ci abita, per sperare un po’ di attrarre eventi che ci meraviglino…
Senza rassegnarci, se proprio non si è costretti.
Notizie
Ho portato una decina di quadri a Lodi, Ristorante Fuori Modena, Via Mosè Bianchi, vicino al parcheggio dell’Ospedale. Appeno le ho, mostrerò le foto.
Un’altra dozzina di quadri sono stati collocati ieri nel bel locale della Cantina Compagnoni in Via Vannucci, a Milano. Anche per questo locale le foto devono ancora arrivare. Saranno esposte pressto, spero.
Sto per andare in un locale a Torino in via San Francesco da Paola.
Prossimamente – per rispondere a coloro che me lo chiedono – farò un elenco dei posti dove espongo in questo periodo.
Un abbraccio.
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