Giorni intermedi
Guarini Newsetter
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il quadro: Eros e Psyche.
I giorni intermedi
Eravamo tutti presi dalla nostra avventura. Ma la mattina molti di noi ci mettevano un po’ a carburare. E dopo pranzo e dopo cena si sentivano assaliti dall’abbiocco. Quando eravamo in azione, le nostre case venivano trascurate, e i piatti si accumulavano nel lavello e sopra il piano cucina. Figurati l’armadio, la lavatrice e il letto…
Riuscivamo a ricavarci qualche ora di aria nel tentativo di schiarire il cervello e sentire che il corpo aveva ancora risorse da spendere.
Insomma, era un gran casino.
Ma eravamo piuttosto contenti per il fatto di lavorare per qualcosa che ci apparteneva e che rispecchiava i nostri sogni.
Eravamo tutti un po’ visionari e ci piaceva. Le nostre teste erano più di là che di qua. E quando ci fermavamo un po’, alla fine della giornata sentivamo che si trattava …
In effetti, era proprio questo il punto. E noi cercavamo di trovare le parole per dircelo. I nostri giorni, così pieni e così promettenti, erano solo dei giorni intermedi.
I giorni intermedi sono quelli in cui la meta non è raggiunta, anche se sei partito con le migliori intenzioni e con la motivazione più elevata che potevi immaginare.
Ecco, dicevamo, questi sono i giorni intermedi.
Sorridevamo e a volte ci lasciavamo andare.
Il fatto era che la nostra vita era piena zeppa di giorni intermedi.
La nostra vita intera èra fatta di giorni intermedi.
Era quasi una vita intermedia.
Ci pensavamo, dannazione, su questa faccenda. Oramai ce l’avevamo in testa. L’idea di essere continuamente nei giorni intermedi ci rodeva un po’ il fegato. Eravamo contenti, ma si trattava sempre, soltanto, di giorni intermedi.
E dunque?
E dunque, e dunque…
Si passava qualche ora anche al lago. Ognuno si portava la sua ragazza. E, dato che non eravamo delle nullità, ci parlavamo con la ragazza. Ci davamo dentro, come se sapessimo qualcosa a proposito delle ragazze. Voglio dire, parla, sii vivace, lei ride, e la serata va contenta.
Si parlava, dunque, con la ragazza. Ed eravamo brillanti. Insomma non eravamo affatto sciocchi, o piatti, né facevamo quelle battute scontate che fanno ridere solo il cavallo dei pantaloni.
E la ragazza rideva, ci prendevamo sotto braccio e sembrava che fossimo in uno di quei film dove tutto scorre come l’olio. Perché c’è dentro una magia. Quella magia…
Ma anche in quei momenti, oramai non ce lo levava più di testa niente e nessuno, era come se una vocina ci ripetesse che eravamo costantemente nei giorni intermedi.
A ci arriveremo in fondo? Ci chiedevamo. Ci arriveremo in fondo?
Oppure dobbiamo considerare in altri modi i giorni intermedi?
Ma non ci piacevano le operazioni puramente psicologiche. Quelle in cui convinci il cervello a vedere rosa dove non c’è che… dove non c’è che… dove non ci sono che giorni intermedi.
Bisognava cercare un altro sbocco.
Comunque, io mi mettevo al letto, la sera, abbastanza stanco, anche se non esaurito, e avevo addosso questa strana sensazione di vivere, ogni giorno, solo giorni intermedi…
Qui bisogna che succeda qualcosa.
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