Al centyro del mondo
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Il quadro, Centralità eccentrica, racchiude in forma figurata il concetto di essere il centro del mondo pur non essendo l’unico.
Il centro del mondo
Esistere, essere al mondo.
Dopo che si è sentita la bellezza di questa faccenda, ci domandiamo – è naturale – che senso abbia. La ricerca del senso scaturisce da quella domanda che noi siamo. Lo dico in questo modo come se fossi il Padreterno che sa tutto. In realtà, le cose non stanno così. Io come te, non so un cavolo di niente. Non abbiamo nessuna conoscenza certa su questa storia.
Di fatto immaginiamo quel che vogliamo. E vogliamo immaginare qualcosa che ci soddisfa, ci dà ragione, insomma: ci presenta lo scenario della vita come un palcoscenico in cui possiamo presumere di sapere che parte recitare e come farlo.
In altri termini, sostengo che la definizione di come stanno le cose è un atto libero e arbitrario. E che vale la pena di prendere coscienza di questo per decidere in base a quali criteri vogliamo rappresentarci il nostro mondo.
La mia amica Cristina, che è stata a un seminario promosso dalla sua azienda, mi informa che secondo rilevamenti statistici seriamente condotti su manager importanti, ognuno di noi crede di essere migliore degli altri e che ha fiducia sul successo a medio termine dell’impresa che ha messo in piedi e che alimenta con il suo lavoro.
L’informazione mi colpisce e mi invita a riflettere. Infatti collima con qualcosa che ho pensato già da tempo. Io lo chiamo il principio della luna, perché mi è accaduto di metterlo a fuoco una sera, su un molo, guardando la luna e la striscia luminosa sul mare che gettava fino a me.
Se guardi la luna è chiaro che la sua scia è diretta proprio a te.
Ma se ti astrai dalla situazione e se ti domandi che cosa pensi e veda e senta quella persona che sta a un chilometro di distanza da te, lo sai che anche lui o lei vedono la luna come assolutamente centrata su di loro.
Il mondo è fatto in questo modo. Sembra paradossale. Viene da pensare che il Padreterno abbia avuto una trovata eccezionale.
Ognuno è il centro del mondo. E da questo punto di vista ha solo una cosa importante da fare. Quella che Coelho chiama la Leggenda Personale.
Da questo punto di vista, gli altri sono solo oggetti della propria avventura.
Ma esiste anche un altro punto di vista. E non è assolutamente in contraddizione con il primo. Ognuno di noi sa – o può rendersi conto – che ogni altro è al centro del mondo. Sembra il principio di una democrazia spirituale o metafisica.
Ed è questo principio che interviene nell’immaginare le relazioni con altre persone.
Il punto è che nessuna delle due prospettive dev’essere abbandonata, per essere fedeli alla vita. Io sono al centro del mondo e la cosa che importa di più è la realizzazione della mia Leggenda Personale. E anche, ogni altro è al centro del mondo, e al centro della propria leggenda personale.
Conclusione: il paragone con gli altri è una pessima maniera per definire la propria vocazione e il proprio valore. Ma anche: paragonare gli altri a se stessi è una pessima maniera di avvicinare il prossimo.
Saremo capaci di vivere in un universo policentrico?
Ma certamente! E sarà bellissimo.
Perché solo se riusciremo a lasciare l’altro al centro del suo mondo, potrà sorprenderci, meravigliarci e incantarci.
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