Sviluppa te stesso

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Sviluppa te stesso.


Possiamo immaginare che sia una specie di ondata epocale che investe ogni cosa, pubblica e personale. Qualcosa che non siamo in grado di spiegare in chiari termini di analisi, ma di cui avvertiamo la presenza e gli effetti. Lo possiamo chiamare “cambiamento”, visto che termini così generali hanno la capacità di indicare qualcosa senza presumere di averlo inglobato. “Cambiamento” è come un cartello stradale. Indica qualcosa, e basta.
Non è proprio un nulla. Cambiamento indica che le cose non stanno più come prima e che non ci possiamo aspettare di prevedere sulla base dei vecchi parametri, né di decidere appoggiandoci alle vecchie abitudini.


Noi siamo investiti dal cambiamento.


Questo sollecita altre capacità. Noi le abbiamo. Erano solo in disuso.
Per esempio l’intuizione.
Usare l’intuizione è diverso che decidere sulla base di analisi accurate, quando c’era tutto il tempo per mettere nero su bianco i vari aspetti della situazione.
C’era tutto il tempo di fare calcoli e di tirare le somme in maniera “oggettiva”.


Ma usare l’intuizione è ritornare alla radice di ciò che noi siamo. Non è qualcosa fuori di noi.
Usare l’intuizione è riprendere ad ascoltare quello che avviene negli strati più profondi e primitivi del nostro sistema nervoso. Non è qualcosa che si impara all’Università.
Ma certamente è alla nostra portata.
Basta distaccarsi, disimparare, abbandonare vecchie abitudini.
Non disprezzare la ragione. E perché mai?
Noi siamo stati uomini e donne di intuizione da ragazzini, prima di accedere al sistema scolastico.
Noi siamo molto di più di ciò che abbiamo appreso ad essere percorrendo il sistema scolastico e l’iter formativo.
È proprio lì che dobbiamo ritornare. Per riprenderci in mano e coltivarci, da autodidatti. Per adesso.


Nel mondo degli affari molti se ne sono accorti da tempo. E stanno facendo questa predica alla cultura d’impresa.


Io lavoro da solo. La mia impresa sono io. Rifletto su queste cose. E ho il vantaggio di non dover passare attraverso le riunioni del consiglio d’amministrazione per decidere un orientamento. Ma è la stessa cosa.
Anche una sola persona è un’impresa e addirittura una collettività. Dentro ognuno di noi c’è una repubblica. Le cose si possono mettere in chiaro lo stesso.
Il sapere che si sviluppa lavorando da solo può essere generalizzato ad altre situazioni. Ne sono certo di questo.
Oggi i gruppi, le squadre, i team, rischiano tanto di essere meno intelligenti del singolo.
Perché in un collegio di persone entrano subito in gioco le regole dell’interazione, il political correct, le misure mediatrici…
Ma anche all’interno di una sola persona ci sono problemi analoghi. Anche dentro di me ci sono diversi personaggi. C’è il critico, il passionale, l’entusiasta e il pauroso. C’è il calcolatore e il generoso, l’angelo e il carnale… E bisogna imparare a farli lavorare insieme efficacemente.


Io credo che il cambiamento ha questo stimolo potente: invita a non investire più le proprie energie in primo luogo nei processi, nei macchinari, nelle tecnologie, nelle strategie di marketing, insomma nelle cose del lavoro. Ma – finalmente – invita ad investire nello sviluppare se stessi.
Sciolti, liberi, leggeri, flessibili, per operare nel cambiamento.


Je crois que le changement a cette stimulation puissante: il invite à ne pas investir plus les propres énergies surtout dans les procès, dans les outillages, dans les technologies, dans les stratégies de commercialisation, enfin dans les choses du travail. Mais enfin il invite à investir dans le développement de soi même. Déliés, libres, légers, flexibles, pour opérer dans le changement.


I believe that the change brings this powerful stimulus: it invites not to invest our own energies anymore in first place in the trials, in the machineries, in the technologies, in the strategies of marketing, in short in the things of the job. But, finally, it invites to invest in to the personal development. Loose, free, light, flexible, to operate in the change.


Yo creo que el cambio tiene este estímulo potente: invita a no invertir más las propias energías en primer lugar en los procesos, en las maquinarias, en las tecnologías, en las estrategias de mercadotecnia, en fin en las cosas del trabajo. Pero, en hasta de las cuentas, invita a invertir en el desarrollo de si mismos. Sueltos, libres, ligeros, flexibles, para obrar en el cambio.

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