La mia casa è il possibile

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La mia casa è il possibile


Certo, ti verranno in mente i versi di Emily, la grande. E anche a me.
Il sole era così limpido, oggi. E l’acqua del fiume…
Fin dal primo mattino – mi sono alzata prestissimo…


Mi meraviglio sempre di essere viva e di vedere e di sentire.
E mi piace la mia storia. È una bella storia. Di caduta e di riscatto, fino a questa cosa impossibile a dire – perché il linguaggio è così usuale …- che io chiamo fede, o gioia di vivere, qualcosa del genere.


Per questo – credo – nascono i poeti. Per questo si diventa poeti. Quando tutto quello che senti premere nel cuore è troppo grande per dirlo nel linguaggio usuale, quello della spesa, del lavoro o della scienza. E allora la mia casa è un cedro dalle grandi braccia, e la mia anima vola con le ali dell’aquila, e tutto quello che era la realtà diventa una regione lontana del mio viaggio. E l’essere non è più ciò che è di fatto, ma il possibile. Il possibile è la vera dimensione dell’essere. E il possibile è un cavaliere su un destriero parato a guerra, dalla luccicante armatura, dai pennacchi color porpora, che sfida l’impossibile, divorandolo sotto i suoi zoccoli.


Negli anni Settanta ero impregnata di realismo socialista – il realismo borghese non era meno realistico. La rivoluzione era un sogno, ma credevo che fosse una questione di presa del potere. Feci uno sforzo considerevole per vivere senza Dio. Ed era impressionante il lavoro che dovevo fare per dare senso alle cose. Ma l’ateismo, allora, mi sembrava perfino una forma più pura di religiosità.


Feci i miei sbagli, i miei tentativi. Ne ho combinate di cotte e di crude. E di molte cose ho conservato a lungo un senso di colpa. Ora vedo che era la mia storia. Un giorno la racconterò, perché me ne sto riappropriando. Ora vedo che tutti quegli eventi e quegli errori sono collegati da un filo rosso, come si dice.


Sono fiera di me, e la mia fierezza non opprime nessuno, perché è semplicemente un canto di gioia. Perché vedo e sento, e mi sveglio viva ogni mattina.


Com’è immenso e grande il mistero che circonda il mio piccolo sapere! Non ci sono più cose usuali nella mia vita, oppure si potrebbe dire che il quotidiano è diventato straordinario. Lo straordinario mi visita in casa, si nasconde sul mio balcone, riluce sui pavimenti delle mie stanze. Sembra una magia, che le mie mani producano cose così belle. Vado d’accordo con me e con gli eventi. Eppure, non abito qui. La mia casa è il possibile. Il possibile è il vero volto dell’essere.


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Il quadro: La mia casa è il possibile (acrilico su tela cm 100 x 100)

Eugenio Guarini
http://www.eugenioguarini.it

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