Procedere leggera

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Procedere leggera


In fondo desideriamo tutti emanciparci dall’obbligo di essere in un certo modo.
Oggi sembra che si debba essere professional, che si debba essere positivi, che si debba essere assertivi, che si debba essere creativi, che si debba essere efficienti… Perfino che si debba essere felici!


Ma quando saremo ciò che siamo davvero?


Ci siamo scordati che tra non molto tempo saremo tutti morti?
Quanto tempo riusciamo a procurarci per essere quello che siamo spontaneamente?


Ho fatto l’insegnante di Filosofia per molti anni ed ho sempre amato l’idealismo, da Platone a Hegel. E quando sono comparse le psicologie umanistiche e positive ho applaudito. Col tempo m’è venuto il sospetto che entrambe fossero delle scorciatoie fuorvianti. Mi posso sbagliare. Posso essere umorale in quello che dico. E voglio prendere le distanze da queste affermazioni perentorie che riguardano l’universale.


Tra me e me parlo sempre con Dio, e parlo di Dio. Eppure di Dio – ve lo giuro – so niente. Non so neanche se esiste. O se la domanda sulla sua esistenza abbia un senso. So solo che quando parlo con Dio e di Dio sto parlando dei miei sogni e delle mie aspirazioni. Insomma è come se il cuore non sapesse prendere altra strada che questa per tentare di dare espressione al suo desiderio. È un po’ poco per una teologia, non è vero?


A meno che suoni, o che dipinga. Allora il cuore si slarga meglio che nelle parole. E posso dire facilmente: Allah O Akbar! Dio è grande!


Ma cosa vuol dire essere spontanei? Oltre questa parola, cosa c’è? Come posso capirlo? Afferrarlo nell’intimo?


E come posso avvicinarmi alla comprensione della spontaneità se quando parlo con qualcuno so che lo devo ascoltare, so che devo essere gentile, so che devo sorridere?
E come posso entrare in contatto con quel che sono se so che devo essere bravo e buono e adulto e razionale e rispettoso e aperto? Non è questo che mi suggerisce la Programmazione Neuro Linguistica?


E quando vai a lavorare, in quell’azienda, dove ti danno lo stipendio, quel benedetto stipendio che ti consente di pagare le bollette, l’affitto, le cose al supermercato, e – se ci stai attenta – anche di mettere da parte qualcosa per le vacanze e per qualche uscita di fine settimana… e ti domandi: ma è questo il mio sogno? E come si fa a campare seguendo il proprio sogno?


Io non voglio essere buona – mi dicevi l’altra sera – io voglio essere felice.
Mi sembra bello.
Ma quando accetterai di essere quello che sei?
E invece di vivere vite immaginarie, vivere la tua vita?
Quando ti lascerai portare dalla corrente che ti scivola tra le costole e anche là fuori, negli eventi, e dirai: Questa sono io. Che sia!


E come puoi fare tutte quelle cose belle, testimoniare tutti quei valori, se non sai se sei proprio tu a volerlo?
O se lo vuoi così tanto da averne fatto un lavoro quotidiano faticosissimo?


Non vorresti procedere più leggera?
Così come sei?
E lasciare che i tuoi desideri siano desideri. E che i tuoi pensieri siano i pensieri che ti arrivano e che tu guardi e registri, e ascolti?
E lasciare che il tuo comportamento dica esattamente quello che senti.


E la smetta di rigirare la frittata con tutti quei drammi da scenografia che hanno solo lo scopo di far entrare altre persone, altri interlocutori, nel solito gioco.


Forse, quando si mangia tutti i giorni, malgrado la crisi, si è destinati a portare il pensiero all’estremo. Che altro potremmo fare, se abbiamo già ricevuto quello che miliardi di persone ancora non hanno?
Non sarebbe una bella cosa che il cibo e le medicine e le condizioni igienico sanitarie, e i comfort dell’abitazione, del trasporto e del vestiario di cui godiamo li trasformassimo in pensieri estremi?


No, amici miei. Non accontentiamoci di una pace da quattro soldi. Di una saggezza da equilibri piccolo borghesi. Non accontentiamoci di far sesso bene e meditazione trascendentale.
Squarciamo la buccia dell’umano e caliamo il nostro secchio fino al fondo del pozzo.
Cos’altro potrebbe farci grandi, se il resto lo abbiamo già tutto, in abbondanza?


BELLE NOTIZIE



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AVVISO. Sono un pittore filosofo. Faccio quadri che sostengono le energie dei giovani impegnati a cercare e realizzare la loro strada. Mando questa newsletter ai miei amici e conoscenti. Se non la gradisci inviami una mail con scritto CANCELLA. Se ti piace e pensi che dei tuoi amici la gradirebbero, iscrivili al sito. Se stai ricercando e vuoi metterti in contatto con me, scrivi (eugenio.guarini@aliceposta.it), telefona (338.3207062) e parla di te. I miei quadri li puoi vedere nella Galleria del sito: www.eugenioguarini.it.


Il quadro: Procedere leggera (acrilico su tela cm 100 x 100)

Eugenio Guarini
http://www.eugenioguarini.it

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