Dio è grande!

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Allah, o akbar.


Dio!, quando ritornò Bringen che festa!


Quello era proprio partito. Lo dico in questo modo: era fuori di testa. Lui ci faceva impazzire con quei pensieri che partoriva all’alba o al tramonto. Dio!, Bringen, il nostro studioso di correnti mistiche, lui che, da solo, nel suo pensatoio, elaborava teorie su modelli prismiformi di cavalli siderei. Non faccio per dire. Era uno sballo!


Bringen! Ve lo lascio parlare. Era uno spettacolo!


Sì, ragazzacci! Quando parliamo di Dio non sappiamo proprio che dire. Ma questo lo sappiamo: che il discorso su Dio è il discorso con la massima apertura sulla nostra vita. Ve lo ripeto: quando parliamo di Dio stiamo parlando con la massima apertura della nostra vita.
Di Dio noi non sappiamo niente – perché Dio sta zitto come un sordomuto. Ma è proprio questo che ci incute timore e audacia allo stesso tempo. Dio è il massimo, il meglio, nella nostra vita.


E Dio è il compendio stesso della nostra ignoranza saputa. Noi abbiamo, nel discorso su Dio, la misura adeguata del sapere la nostra ignoranza. E questo – credetemi – è un gran sapere.


Nel silenzio di Dio noi ci facciamo un Dio su misura. Ed è in questa misura che ne va della nostra vita. La misura del Dio di cui parliamo è la misura stessa della nostra vita.


Noi non capivamo un accidenti di quello che Bringen diceva. Eppure le sue parole suonavano vere. E le ascoltavamo e ci facevano pensare.
Il punto che più ci scosse è quando disse quello che segue.


Dio è un verbo, non un sostantivo. Dio avviene. E voi lo sentite. Sentite che avviene. Dio è ciò che avviene. Diverse religioni hanno parlato dell’avvento di Dio. Anche la vostra.
Dio non è né uno che c’era, né uno che sarà. Dio è quello che avviene. E avviene là fuori, e avviene dentro di voi.


Bringen, pazzesco!
Bringen dagli occhi spiritati.
Di cosa si è fatto? Chiedevano i ragazzini.


Ah, l’ignoranza! Che straordinario guadagno quando arrivate a capire la vostra ignoranza. È allora che incominciate a parlare di Dio. È per questo che dico che quando parlate di Dio state parlando con la massima apertura della vostra vita. E sapete che Dio sta zitto. E che quindi tocca a voi inventare. Lavorare d’immaginazione.


L’ignoranza è la madre dell’immaginazione.


Ora, state ben attenti. Immaginate che Dio è ciò che avviene. Dio è l’avvento.
Che ne tirate fuori?
Ve lo dico io. Sì, ve lo dico perché questo è il mio compito.
Ne tirate fuori questo. Prendete nota. Non solo sui vostri appunti. Prendetene nota nel cervello, nel vostro modo di pensare.


Ne viene fuori che i vostri sogni sono i sogni di Dio.
Sì, i vostri sogni. Proprio i vostri sogni personali. Sognateli e credeteci.
Questa è la prima cosa che viene fuori.


Ma poi ne viene fuori un’altra. Ora ve la dico.
La dico anche a te, Rachel, che hai l’otto per cento si sangue indiano.
Che il tuo bis bis bis nonno sapeva parlare con Manitu.
Lui lo sapeva e anche tu lo sai, per l’otto per cento.


Ne viene fuori che quello che accade non è qualcosa contro cui devi lottare. Non è il nemico. Smettila di lottare contro ciò che avviene. Quello che avviene è come una donna incinta. Quello che c’è, quello che avviene contiene, nella sua pancia, proprio quello che sogni.
Lo capisci questo?


Allora è fatta. Tu puoi guardare quello che avviene come il contadino guarda il suo terreno. Coltivalo. Curalo. Ne uscirà la pianta del tuo sogno.


Bringen ci guardava diritto negli occhi. Rideva, Lui sapeva ridere delle cose.
Ci guardava nella pupilla degli occhi e diceva:


Non siate rivoluzionari come quelli che non sopportano l’esistente e gli sovrappongono un ideale che cala dall’alto. Quelli sono sempre in lotta contro ciò che c’è. E sono sempre in lotta contro se stessi. Per come sono. E cose del genere.
Non siate neanche come i conservatori che adorano le cose come stanno. E si affidano alle tradizioni e al bel passato.


Voi siate efficaci: aderite all’esistente, alleatevi con ciò che avviene. E siate rivoluzionari nell’apprezzare ciò che c’è e ciò che avviene come qualcosa che non è tutto lì, da ossificare, ma come qualcosa che ha in grembo il futuro.


E il futuro è già nei vostri sogni.


Belle Notizie


Ho una mostra a Pietrasanta. Ecco l’indirizzo del locale:

ART CAFE’ 41, via Stagio Stagi, 41. Contatto: 347.5168153. L’esposizione durerà fino al 20 febbraio.

Alcune foto dell’evento cliccando qui.

 

AQTUA a Bologna. Il 13 di febbraio – domenica – ci sono. Bologna è una città straordinaria. C’è molta creatività che circola per le strade. Noi speriamo che tutto questo porti a creare sviluppo e futuro degno dei sogni dell’uomo.

 

Presto a Modena, Lui si chiama Bedocchi. La sua associazione si chiama Itala. Se son rose fioriranno.

 

Stefano Talamini, un’intervista di Claudia. La formazione prende strade insolite. La gente ama ripensare le solite cose in maniera viva. Vedila qui.

 

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Il quadro: Destriero volante (acrilico su tavola cm 100 x 100)

Eugenio Guarini
http://www.eugenioguarini.it

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