Venire in chiaro

Sogni nel cassetto è il quadro che allego oggi alla mia newsletter. Poiché sono sempre più convinto che il senso della storia di una persona risieda nel suo rapporto con i sogni di cui è depositario, una grande attenzione va a quei sogni che i compromessi con la necessità di cercare sicurezza economia hanno relegato nel cassetto. Mi immagino che, aprendo quel cassetto i sogni escano fuori svolazzando come farfalle. E anche solo a guardarli un attimo, il volto si apre al sorriso. Se dovessi dare un titolo alla storia di tutta la mia vita esso sarebbe: Come si fa a realizzare i sogni che ci sono stati donati in sorte? E avrebbe il punto interrogativo…


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Venire in chiaro


So che c’è una teoria del Verbo secondo la quale la Parola sta all’origine stessa della creazione. Troppo difficile per la mia debole testa.


Ma quest’altro so: che se anche il mondo non fosse creato con l’emissione di una parola e lo schiocco delle dita (sia la luce! E la luce fu), se anche le cose non stessero in questo modo, è la parola che porta alla luce le cose che ci premono e che decidono del senso della vita. E innanzitutto ciò che ci abita nell’oscurità e che chiede di venire al mondo.


L’intuizione di Freud mi sembra fondamentale: portare luce là dove c’era buio. Ma non solo per smascherare i trucchi dell’inconscio, ma anche e soprattutto per dare espressione alle forze della vita che crescono dentro di noi.


Il filosofo Spinosa interpretava le passioni oscure e turbolente come idee ancora confuse ma che aspiravano alla chiarezza e alla distinzione e, in qualche modo, erano portate dalla vita stessa a raggiungere quel livello di sviluppo che avrebbe rivelato il loro tesoro nella luce della chiarezza e della visibilità.


Sono affascinato dai processi creativi perché sono affascinato dalla nascita, dal venire alla luce. So che la parola poetica (cioè creativa) non è dire con la scelta dei vocaboli appropriati qualcosa che già era chiaro nel pensiero.


La parola poetica porta alla luce non la parola da sola ma la cosa che la parola rivelerà: il significato.


Nella pittura le mani, le macchie, i colori, i gesti, le pennellate, cercano, esplorano, oggi, qualcosa che vuol essere detto e che ci riguarda, personalmente e in rapporto all’onda che trasporta la nostra epoca.


E l’artista (ogni donna e uomo che cerca) è l’avventuriero di questa ricerca. Che terminerà solo quando la parola sarà in grado di dire cos’era in gioco e come si dipana davanti ai nostri occhi (cosa significa).


Non all’origine, dunque, il Verbo, ma alla fine.


Natale è forse il venire alla luce, tramite la parola, del senso nuovo della nostra vita.

Categorie: Eugenio Guarini