Amo la vita

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Il quadro: “So sbagliare da sola”, acrilico su tela, cm 100 x 100.


Amo la vita.


Una luce, stasera!
La primavera non finisce mai di stupirti.
E siamo, comunque, alla fine della giornata.
Sei stanca? sei stanco?


Il tempo ha suddiviso il nostro viaggio in giornate. Sono segmenti nella lunga linea dell’esistenza. Io mi dico spesso, al mattino: Eugenio, se riesci a fare di questa giornata una giornata felice hai buone probabilità di riuscirci in ogni nuova giornata. Me lo dico soprattutto quando le cose si annunciano burrascose. Perché è questa la prova del nove. Non è così?


Poi, mi dico anche: hai avuto questo culo della Madonna che la vita ha “scelto” proprio te tra infiniti possibili per partecipare a quest’avventura. Tu sei vivo! Proprio tu! Insomma, essere vivo è una sorta di regalo. E io voglio imparare ad accogliere la vita che filtra dentro di me e attorno a me con la gentilezza di chi riceve un dono.


Ed è così che ho imparato ogni giorno ad amare la vita. Semplicemente questo: amare la vita. Che è quello che ho addosso e che mi viene incontro.
Mi sono progressivamente rilassato rispetto alle preoccupazioni. Insomma, preoccuparsi è come non vedere il regalo che ti viene dato qui e ora per desiderare qualcosa di altro, che forse non arriverà.


Certo, amore e denaro li desideriamo tutti. E credo proprio che sia la cosa più naturale del mondo. Ma apprezzare di essere vivi con quello che abbiamo non ci viene tanto facile, dopo aver varcato le soglie dell’infanzia protetta.


Io vado avanti con questo pensiero. Mi dico: se sono stato scelto dalla vita ad essere vivo, proprio io, la mia vita è importante. Merita tutta la mia cura. Non la voglio svendere. Non voglio svenderla alle paure che mi assalgono. La mia vita ha dentro di sé un desiderio di grandezza e di bellezza che non può essere soffocato dalla mancanza di coraggio.


Passerò la mia esistenza, il mio tempo, nel grigiore per la paura di morire di fame?
E le cose che io potrei fare, ciò per cui i miei talenti in libertà mi hanno destinato, queste cose rimarranno sepolte sotto i mille ragionamenti ragionevoli della paura?


La vita che mi ha voluto vivo non sosterrà ogni mio impegno a credere al suo dono?


L’acqua di cui mi disseto è in fondo al pozzo. Arriverò in fondo con la mia brocca. E non sarò negligente. Ne attingerò e ne berrò. E lascerò che ognuno ne beva.


C’era una luce questa sera.
Ho sentito il meteo. Pare che domani cambi.
Forse un po’ di pioggia, da noi.
Così il mio bosco riceverà nutrimento e quel che ho seminato germoglierà.

Categorie: Eugenio Guarini