Il Cielo è nel cuore

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Il Cielo è nel cuore


Tutto sta germogliando nel bosco. Coniglietti e merli visitano in continuazione gli spazi che ho modellato. I piselli mi hanno sorpreso: nel giro di una settimana dalla semina, si vedono già far capolino dalla terra.


Eppure, anche in questa bellezza, so che il mondo è attraversato da tanto male. E – a pensarci bene – anche la vita del bosco è tutto un ciclo di mors tua vita mea: le cose si mangiano a vicenda per alimentare la propria vita.


Si crea nella mia mente un paradosso che la paralizza. Come se non sapessi se ho il permesso di essere felice o dovrei piuttosto appiattirmi a terra sbigottito.
Se è questa, però, l’alternativa, preferisco essere felice. Anche se il pensiero non riesce a darne una ragionevole giustificazione.


Allora penso – nel bosco – che il Cielo, più che nelle cose, è nel cuore dell’uomo. È al cuore dell’uomo che la vita sta a cuore. Se un mondo migliore nascerà, dovrà scaturire di lì.
E allora mi rianimo e mi metto a tagliare legna, perché voglio fare energia. Serve energia per creare attorno a me qualcosa di più bello, più buono, più vero.


Penso – nel bosco – che si continua a parlare, là, nel mondo, a poche centinaia di metri, di cambiamento. Cambiare, cambiare, cambiare. È una parola che ci ha presi tutti, in un modo o nell’altro. Ma, lasciando scorrere ancora il pensiero, mi viene alla mente che non è il cambiamento, in sé, che conta. Quello che conta e costruire qualcosa di meglio. È costruire.


Ci vuole energia per costruire. Per questo sono nel bosco.


E il meglio dove lo vedi?
Nel cuore dell’uomo.
Se c’è un Dio che vuole il meglio per la vita del mondo, questo Dio abita nel cuore dell’uomo.
Ma certo, nel cuore dell’uomo c’è desiderio. Che è, alla fine, desiderio di vita piena, abbondante, sensata.


E allora ritorno a casa e mi metto al lavoro.


NOTIZIA
L’amico Giovanni Crescente, Direttore dell’Unione Industriali di Caltanisetta mi scrive:
Caro Eugenio,
oggi dopo una lunga giornata di lavoro sono andato alla presentazione del libro scritto dal Sindaco di Gela Rosario Crocetta dal titolo “IO CI CREDO Gela, città della legalità”. Rosario Crocetta è un sindaco (dal 2003) impegnato seriamente nella lotta alla mafia anche attraverso il grande sforzo rivolto verso un processo di moralizzazione della politica e della burocrazia. Oggi vive sotto scorta perchè ritenuto “obiettivo sensibile”.
Per suo espresso desiderio i diritti della vendita del libro sono devoluti alla Fondazione Antonino Caponnetto. Antonino Caponnetto era un giudice che a Palermo fondò il pool antimafia in cui operarono i giudici Falcone e Borsellino. La Fondazione ha intenzione di continuare un grande progetto: un opera formativa e di contrasto sia all’illegalità diffusa sia alla mafia. E anche possibile sostenere la Fondazione devolvendo il 5 per 1.000 nella dichiarazione dei redditi.
 
Mi è piaciuta molto la dedica stampata nella seconda pagina e per questo te la voglio trasmettere. Recita così:
Dedicato ai ragazzi e alle ragazze della città più bella del mondo.
A quanti se ne sono andati troppo presto e controvoglia.
A quanti vogliono ancora credere che domani ci crederanno ancora, perché
non riusciranno mai a cancellare la nostra voglia di vivere e sognare.
A mia madre.
A nonna Betta Caponnetto che ci insegna il valore del dovere quotidiano.
A don D’Amico che mi ha fatto conoscere Cristo.
Agli uomini che difendono la mia vita, che Dio li preservi.
A don Luigi, parroco del “Bronx”, il quartiere che vuole si chiami “Santa
Lucia”: lui ci crede.
Rosario Crocetta
 
Mi ha fatto anche una dedica personale. Con l’Associazione stiamo anche noi portando avanti una “politica” basata sulla legalità.
 
Betta Caponnetto è la moglie del giudice chiamato amorevolmente nonno, anche lei si definisce nonna.
Don Luigi è un parroco molto giovane più volte minacciato dalla mafia perché persona molto scomoda.
Gela è una città che è sorta all’insegna dell’illegalità. La città è praticamente abusiva.
 
Ti ho scritto questo perché tu sai quanto io sia sensibile al problema e perché le cose belle vanno divulgate e poi…. perché IO CI CREDO.
Un abbraccio


Il sito della Fondazione Antonino Caponnetto è qui.

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