Categoria : Eugenio Guarini
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Fiorire nell’abbondanza.
– Il mio amico Joe la chiama la “sindrome della tegola mancante”.
Vera era realmente affascinante. Il suo modo di parlare era quello della maturità del cuore e dell’anima. A volte, ad ascoltarla, mi evocava l’immagine di un albero del meriggio, che unisce la terra al cielo, come nel sogno di Giacobbe, ed è in grado di donare frutti semplicemente essendo se stesso.. Un albero robusto, che le scalfitture non deviano dal procedere diritto.
– Pensa al tetto della casa che vedi dalla finestra. È tutto ricoperto da splendide tegole di coccio, ben incastrate e allineate. Lo vedi? Ma, se c’è una tegola mancante, o rotta, il tuo occhio vedrà solo quel buco, e ignorerà tutto il resto.
Non mi ci voleva molto a capire quello che Vera voleva farci pensare. La sindrome della tegola mancante… Quello parlava della nostra vita. Della mia di sicuro. Del mio passato certamente. E parla anche della situazione che stai vivendo.
Finché il tuo sguardo resta incantato a fissare quel buco non vedi la grande abbondanza che ti nutre e sostiene. Non vedi la meravigliosa dovizia di doni con cui la vita ti colma di essere. E scavi nel buco di quel che ti manca. Raggiungendo spesso il fondo del pozzo. E allora, sei pronta ad accettare la schiavitù, una falsa vita, a vivere una storia che non è la tua, quella che la tua anima sogna.
– È così naturale… – continuava Vera – E questo significa che lo sguardo capace di vedere l’abbondanza è una conquista. Fa corpo con la fede, con l’immaginazione, con la voglia di riscattare la propria vita. Spesso è il “da qui a lì” della tua storia.
Vera continuò a parlare senza interruzione. Un fiume di parole, perché Vera aveva – in questi momenti – verve, come dicono i francesi.
E ci disse di non disperare quando sentiamo che siamo fuori strada. Che a volte bisogna allontanarsi molto da casa per sentirne il richiamo, che ogni nostro errare o ogni nostro errore fa parte della nostra storia. Ed è il modo – le strade curve e contorte – con cui raggiungiamo la nostra retta via.
E aggiunse che viene il momento in cui ci ricordiamo dei nostri sogni dell’infanzia, e dell’adolescenza. E che quello è il momento in cui possiamo decidere di ricominciare a sognare. E che questo prelude al riscatto della nostra storia. Questo apre la via alla libertà. Libertà dai legami e dalle paure, libertà dalle storie non nostre, e libertà che libera le nostre energie creative e il coraggio di tracciare la nostra rotta.
Disse questo e molto altro.
Mi rimase in mente quest’osservazione intelligente a riguardo della “sindrome della tegola mancante”:
– Quando, per conquista, ritornerete a vedere le mille tegole di cotto che ricoprono il tetto, quando sentirete la gratitudine per tutta l’abbondanza che si riversa su di voi, allora comincerete di nuovo a fiorire..
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Il quadro: fIORIRE NELL’ABBONDANZA (acrilico su tela cm 100 x 100)
Eugenio Guarini
http://www.eugenioguarini.it
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