Un desiderio così intenso da far male

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Un desiderio così intenso da far male.


Perché le nostre vite non raggiungono la felicità?
Perché ci sentiamo “costretti” a rimandare la felicità ad un’altra vita, oppure a dichiararla una passione inutile?

Non ci potevo credere che la domanda avesse trovato questa formulazione. Eppure era venuta da sé.  E sembrava calzante – almeno in quella tappa della ricerca.


Nel Circolo degli Ontonauti avevamo decretato che il desiderio era il dono naturale attorno a cui gli umani costruivano i loro progetti, organizzavano le loro azioni, alimentavano i loro sogni. Il desiderio faceva tutt’uno con l’identità di ognuno. Era la bussola interiore e il motore allo stesso tempo. La spinta che invitava ad esplorare il mondo e a dare vita ad uno stato di cose nel quale il desiderio stesso si potesse trovare a casa.


Che senso aveva aspettare ordini di servizio da qualche autorità esterna? Che senso aveva dubitare del desiderio, che occupava un posto così centrale all’origine del voler vivere? Che senso aveva considerare il desiderio una trappola?


Noi avevamo ipotizzato che la filosofia negativa a proposito del desiderio – in tutte le sue manifestazioni – scaturisse dalla bruciante esperienza che nelle azioni e nei tentativi di realizzare la felicità gli umani erano rimasti quasi sempre fondamentalmente frustrati.
Non volevamo certamente assumere la posizione tracotante di chi pensa d’essere superiore alla gran massa dell’umanità così da dimostrare che quello che quasi tutti non erano riusciti a fare, noi l’avremmo fatto. Se il senso di fallimento ci sembrava degno di compassione, la tracotanza del superuomo aveva per noi un volto più macabro e nello stesso tempo più ridicolo.


Noi volevamo solo ipotizzare che a portare al senso di fallimento giocasse un ruolo fondamentale la credenza a priori che il desiderio di felicità fosse una passione illusoria.


Volevamo vivere secondo l’ipotesi che il desiderio è una buona guida e che credere che esso possa raggiungere l’appagamento che chiamiamo felicità fosse una prospettiva più promettente dell’attuale stato delle cose. Volevamo impedire che la rinuncia al desiderio ponesse dei limiti al possibile.


Si fecero parecchi meeting su quest’argomento, finche Olsen, il nostro filosofo danese, mise a punto la teoria secondo cui il punto discriminante della faccenda risiedeva nel momento cruciale in cui noi accettiamo di accontentarci. Smettiamo di lasciarci portare dalla tensione desiderante, solo perché decidiamo di dichiararci contenti di quello che abbiamo realizzato. Ma che, proprio così facendo, tradiamo la natura del desiderio, e apriamo la dissonanza tra il nucleo della nostra anima, che vuole di più, e la parte più pigra della nostra natura che vuole illudersi che questo basta!


Come il marinaio che, trovato un porto con buone osterie e bordelli, decide d’interrompere il suo viaggio e finisce con l’affogare nell’alcol la nostalgia per ciò che ancora l’attendeva.


L’ipotesi di Olsen ci spingeva a mettere a fuoco il concetto del ripartire. Distacco e nuova partenza. Distaccarsi e Ripartire divenne il nostro motto. E molti di noi seppero vincere le amarezze della separazione e dell’abbandono, e rinnovare la freschezza della loro anima.


NOTIZIE


A Massa Carrara, presso LA MANDRAGORA, VIA DELLE MURA OVEST 2, è allestita una mostra di venti miei quadri. Titolo dell’esposizione: “Ontonauti“. Rimarrà aperta per tutto il mese di luglio.


INAUGURAZIONE UFFICIALE venerdì 16 luglio, ore 19.00, con aperitivo.


Sarò presente e resterò a Massa anche sabato e domenica per incontrare gli amici.


 


ANTICIPAZIONI


Un libro, un nuovo sito e l’America.


Le newsletter degli ultimi sei mesi diventeranno un libro. Il titolo è Da qui a lì. Strategie del Desiderio. Si accettano prenotazioni.


Rita Bonura, a New York, si è messa a tradurre le newsletter in americano – una grande emozione. Tra non molto una mailing list americana consentirà di entrare nel nuovo continente.


Un nuovo sito è in gestazione, consentirà la versione in lingua inglese, e di scaricare brevi filmati.


 


Sono un pittore filosofo. Mando questa newsleter ai miei amici e conoscenti. Se non la gradisci inviami una mail con scritto CANCELLA. Se ti piace e pensi che dei tuoi amici la gradirebbero, iscrivili al sito. Se stai ricercando e vuoi metterti in contatto con me, scrivi, telefona (338.3207062) e parla di te. I miei quadri li puoi vedere nella Galleria del sito: www.eugenioguarini.it. Vi sono segnalate anche le iniziative espositive


Il quadro: Un desiderio così intenso da far male


Il quadro è esposto nella mostra a La Mostra di Massa, a La Mandragora.

Eugenio Guarini
http://www.eugenioguarini.it

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