Il bosco

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Il bosco


È tutto quello che puoi dire. Viaggiava da sola, in treno, con la valigetta e le sue carte. Talvolta con la musica e gli auricolari. Non puoi dire molto di più, se la prendi in questo modo. E certamente c’erano gli altri. Tutti gli altri della sua cerchia più stretta. Non si trattava di gente malvagia, al contrario. Ma tutti gli altri – pensava lei – tutti gli altri


Potevi dire questo, che aveva una gran forza addosso, un’energia inquietante, talvolta. Potevi dire questo. Viaggiava da sola, con le sue cose, e pensava spesso: tutti gli altri


Da dove poteva venire?
Io la conobbi poco. Da dove poteva venire con quel profilo leggero, con quel profilo sognante? Da dove poteva venire? Sembrava una visione. Lo sguardo chiaro, fissa in un altrove che le dilatava le pupille e quasi non le faceva sbattere le palpebre. Da dove poteva venire? È tutto quello che puoi chiederti di lei, se la vuoi prendere in quel modo. Io la conobbi poco. Quella sera, benché … Quella sera e basta.


Sì, la sua mano, quella sì, la potrei raccontare. Quella mano me la ricordo bene, lunga, tornita, femminile, poggiata in grembo, un po’ verso il ginocchio – prima. E poi, sul dorso della mia, che le ero a fianco. Seduto come lei sulla panca della stazione. E anche il suo profumo, potrei dire. Se avessi le parole giuste, i nomi appropriati… È tutto qui. Probabilmente…


Quel profumo, sì, quello lo potrei raccontare. Era musica, credo. Li potete dire i profumi? È tutto quello che posso raccontare: viaggiava da sola, le sue cose, la musica, la mano di alabastro e quel profumo… e certamente pensava: tutti gli altri… Lo pensava spesso. Lo si vedeva dallo sguardo. Doveva essere come il ritornello della sua canzone. Pensava: tutti gli altri… così, in sospeso. E toccava a te immaginare quali pensieri ci fossero dentro quel “tutti gli altri“.


Adesso direi che viaggiava da un anno, circa, non più di un anno e mezzo, certamente. Ora riesco meglio a capire… mettiamo, un anno e mezzo e parlava poco. Molti cominciavano col silenzio. Era quasi un rito. Era bella. Molto bella. Io la trovavo molto bella. Questo lo posso dire. Posso dire questo e la sua mano, sopra il dorso della mia, quella sera, alla stazione. Il resto non lo voglio dire. Ma il profumo sì, e anche il biglietto – che conservo ancora.


Ce l’ho qui quel biglietto. Ve lo potrei mostrare. Per me ha un significato speciale. Me lo ha scritto la mattina dopo, con la mia penna a sfera. Sul tovagliolino di carta, al bar, durante la frugale colazione.


CHEM DAL’SHE V LES
TEM BOL’SHE DROV


E russo. Me lo son fatto tradurre. Più o meno significa:


più t’inoltri nel bosco,
più legna raccogli.


Ho incominciato da lì a immaginare gli ontonauti.


LUNEDì DA ONTONAUTA.


A Massa Carrara, presso LA MANDRAGORA, VIA DELLE MURA OVEST 2, a partire da Lunedì 5 di Luglio, espongo venti degli ultimi quadri. Titolo dell’esposizione: “Ontonauti“. Rimarrà in esposizione per tutto il mese di luglio.


 


Sono un pittore filosofo. Mando questa newsleter ai miei amici e conoscenti. Se non la gradisci inviami una mail con scritto CANCELLA. Se ti piace e pensi che dei tuoi amici la gradirebbero, iscrivili al sito. Se stai ricercando e vuoi metterti in contatto con me, scrivi, telefona (338.3207062) e parla di te. I miei quadri li puoi vedere nella Galleria del sito: www.eugenioguarini.it. Vi sono segnalate anche le iniziative espositive


Il quadro: Ontonauta

Eugenio Guarini
http://www.eugenioguarini.it

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