La bellezza che nessuno vede

Ieri mi sono perso tra i boschi delle colline dell’anfitetro morenico della Dora Baltea. Cercavo la “Pera cunca” – un reperto archeologico dell’epoca pre romana – e ho smarrito la via, confuso dall’intrico dei sentieri e le scarse segnalazioni. Ho lasciato il camper a Borgomasino e mi sono ritrovato dall’altra parte, tra Cossano e Borgo d’Ale, dopo 5 ore di cammino. Da quale strada sarei potuto ritornare senza scavalcare di nuovo le colline? Ho incontrato una famiglia di contadini, intenta al taglio della legna con una sega circolare mossa dal motore del trattore. Ho chiesto indicazioni per il ritorno meno faticoso. Hanno interrotto il lavoro. Hanno incominciato a discutere animatamente esaminando tutte le possibilità. Alla fine la donna più giovane ha chiamato al cellulare suo figlio perché mi venisse a prendere con la macchina e mi riportasse a destinazione! Ho sentito in queste persone un calore umano inusuale che mi ha reso felice della mia disavventura.


Nel bosco, sotto un’intrico di rubinie, ho scattato la foto che allego a questa mail. Sono rapito dalla bellezza perfetta di questi funghi in cui mi sono incappato per caso. Un pensiero – che mi ha visitato altre volte – mi lascia smarrito. Com’è possibile che ci sia tanta bellezza sulla faccia della Terra senza che nessuno la veda? Mi sembra paradossale che ci sia tanta bellezza destinata a nessuno sguardo.


La risposta non la so. Ma forse ci sono domande che è bene che restino domande, a risuonare nell’anima.

Categorie: Eugenio Guarini