andare

Andare


Lavoro al testo, con la musica. Miglioro. Un soul che esce dal corpo. Pulsa il tamburo nel cervello e il giorno nicchia tra le nuvole: respira caldo malgrado l’ombra e la foschia. Meglio col passare delle ore e forse esco.


Non al raduno. No, non alla festa. Troppe parole, oggi, laggiù. Oggi voglio parole di silenzio: sanno di caramello.


Una piadina per pranzo mi lascia leggero a sentire il ritmo della vita. E seguo il volo dei pensieri attraversare gli spazi.


La bellezza di andare. Penso.
Insopportabile essere trattenuto.
Intollerante, strappo la pelle dai rovi e sogno il vento.


Bisogna scappare dice lo spirito, e vuol dire semplicemente che bisogna andare.


Andare è il modo dei cavalli e degli umani.


Ho imparato a fare, strada facendo.


La casa stessa si crede vascello e il camper è il carapace che mi porto appresso.


Scrivo in piedi ad alta voce, calibrando il fiato come nel canto.


E canto, in effetti, come un poeta che sta bene nel mondo solo passandoci attraverso.

Categorie: Eugenio Guarini