Risveglio del sentire

Risveglio del sentire, acrilico su ntela,  100 x 100.


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La vita è piuttosto nuda.


Questo pensa uno che sente cadere di dosso maschere e vestiti.
Ma, anche, perché gli sembra che tutto quanto gli sta alle spalle – sto parlando del suo passato – lo abbia condotto solo a fare capolino su quello che la vita sembra essere o promette di essere.


Forse non l’ho detto ancora bene.
Sto parlando di quella sensazione che hai verso l’ora del tramonto, guardando la luce che filtra nella tua casa, e la rende bella e accogliente, come tu pensi di non esserti mai accorto che fosse…
E tu ti ritrovi qui, come a far capolino…


Come se finalmente avessi messo la testa fuori (da cosa?) e ti chiedi: ma dove sono stato tutto questo tempo? Come ho potuto non vedere?


E poi passa in un attimo. E tu sei come prima. Quella che – credo – chiamiamo tutti “vita normale”.


Ma non puoi scordare di aver visto quella luce. Quella quasi aurora di un giorno nuovo che attende la tua venuta.


E io guardavo cosi anche il tuo corpo nudo. E sapevo che lì dentro era come una seconda fioritura. Come un albero che dimentica l’inverno. Che ride con i prati a primavera. E stende i rami per acchiappare uccelli e giocare con le nuvole, nel cielo.


Chiamai tutto questo: “risveglio del sentire”. E sapevo che era meraviglioso. Che era tutto nuovo. Non era come la ripetizione di vecchie stagioni. No! Tutto nuovo! E lo volli cantare.


Ma sentivo che stavo solo facendo capolino…
E mi sembrava impossibile aver vissuto tutto questo tempo e non essermi ancora accorto…

Categorie: Eugenio Guarini