L’incantevole femminilità delle betulle

Bosco al Palasot (acrilico su tela cm 100 x 100), appena finito, in ricordo della camminata di stamani. Dipingere è un po’ come scrivere un diario…


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L’incantevole femminilità delle betulle


Sono su presto: c’è sole.
Emozione forte.


Trovo le betulle molto attraenti stamattina. Sembrano giovani leggiadre che mostrano al primo sole le loro snelle nudità, sollevando vaporosi veli di foglioline verde chiaro. Forse, ninfe che si apprestano a fare il bagno. E io le spio.


Poi sono preso dalla percezione della profondità.
È un’emozione strana. Come se, usualmente, vedessi solo in due dimensioni.


La profondità in montagna è misteriosa. Quando sei alle pendici, la montagna sembra venirti addosso piatta, senza spessore. Sembra lì.
Invece, man mano che cammini, la profondità si dispiega, ti si allunga davanti, come una donna rannicchiata che si stende. A volte sembra che non debba finire mai di farlo.


Penso che esistano anche monti maschi. Qui, queste montagne canavesane, sono indubbiamente femmine.


Una gratitudine indicibile mi afferra. Per essere qui, a vedere, a sentire.

Categorie: Eugenio Guarini